Da tempo la Guardia di Finanza era al lavoro negli uffici dell’ASL di Bergamo, ora si sa anche il perché e lo spiega Orazio Amboni del Dipartimento Welfare Cgil Bergamo. “Stando a una serie di delibere (precisamente dalla 1301 alla 1304, scaricabili dall’albo telematico del sito ASL) l’Azienda sanitaria di Bergamo sarebbe in credito di 8,5 milioni di euro (di cui 1,6 per interessi) da ospedali pubblici (65%) e privati (35%) per somme da recuperare in seguito ai controlli dei NOC (nuclei operativi di controllo) e mai versate, o quantomeno mai incassate e messe a bilancio dall’ASL per il periodo che va dal 1998 al 2003".
Poiché, dicono le delibere, i controlli sono partiti dai bilanci degli ospedali, è presumibile che da là i soldi siano usciti ma non siano poi arrivati all’ASL o, quantomeno, non siano stati inseriti nei bilanci ASL per tutti e sei gli anni.
E, prosegue Amboni "È certamente difficile credere che vi sia stato un accordo segreto tra tutti gli ospedali, di cui alcuni da fuori provincia, per non pagare. È probabilmente più realistico pensare che vi sia stata una direttiva più o meno occulta dall’alto (Regione) per costituire una sorta di fondo nero da utilizzare discrezionalmente (e abbiamo visto con quale disinvoltura si utilizzavano i soldi pubblici nella sanità lombarda), oppure, e sarebbe forse ancor più grave, una incredibile negligenza amministrativa dell’ASL di Bergamo, protrattasi per anni e venuta alla luce non per controlli interni ma per un’inchiesta della Guardia di Finanza (come già è successo per altri scandali nel mondo della sanità lombarda)".
Ad avvalorare quest’ultima ipotesi sta anche il fatto "che dall’Archivio centrale dell’ASL sia sparita la documentazione di ben 11 verbali NOC, benché regolarmente depositata. Anche nella meno delittuosa delle ipotesi, da questa vicenda esce un quadro davvero poco lusinghiero delle capacità gestionali del management sanitario lombardo, selezionato con i ben noti criteri di appartenenza politica; un quadro ancor più inaccettabile se si pensa ai sacrifici che tutto il sistema sanitario, pubblico e privato, sta affrontando in questi tempi di tagli”.
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