E’ rientrato in Italia nonostante da alcune settimane si parlasse di nuovo di lui, in particolare di
Fikri è rientrato in Italia il 29 marzo, come aveva annunciato il suo datore di lavoro padovano Roberto Benozzo. Nessun ritardo, nessun timore, come ha detto lui stesso. L’immigrato è rientrato circa 40 giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio in un campo di Chignolo d’Isola, e circa quattro mesi dopo il suo fermo, nel pomeriggio del 4 dicembre, quando si trovava su una nave salpata da Genova per Tangeri.
In quella pista investigativa, rappresentata da Fikri, i carabinieri hanno creduto a lungo. L’Arma mise sotto intercettazione tutti gli operai presenti nel cantiere di Mapello il giorno della scomparsa di Yara. Tra loro anche Fikri. Ma una delle frasi intercettata dai carabinieri, in lingua araba, non resse la prova delle traduzioni di fronte al Giudice per le indagini preliminari. Anzi, fu la stessa pm Letizia Ruggeri a presentarsi di fronte al giudice due giorni dopo il fermo, senza nemmeno chiedere la custodia cautelare per l’immigrato, perchè ogni indizio (tra cui la traduzione sbagliata) parlava in suo favore.
I carabinieri ci hanno creduto e, secondo alcune indiscrezioni, non manca chi crede ancora oggi a quella pista. Forse non pensando a Fikri come protagonista della vicenda, ma come persona che può aver sentito qualcosa di utile e interessante.
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