Il ritrovamento del cadavere poteva rappresentare una svolta nelle indagini sulla scomparsa e l’omicidio di
Alle prime battute sembrava di poter parlare di un omicidio d’impeto, commesso da una persona a cui la situazione è sfuggita di mano. E invece ora sappiamo che qualcuno ha prima, probabilmente, picchiato Yara, a pugni, o con una pietra, e poi si è soffermato con crudeltà sul suo corpo, praticandole ferite alla schiena, ai polsi, al collo.
C’è una certezza, non comunque completa, che Yara sia stata abbandonata subito dopo l’omicidio nel campo di Chignolo d’Isola, ma non è affatto escluso che sia stata uccisa da un’altra parte. Probabilmente, prima di essere uccisa, il suo assassino, o i suoi assassini, l’hanno costretta a togliere la batteria e la carta sim dal cellulare e a consegnare il telefonino, che non è mai stato ritrovato. Sim e batteria erano nel giubbotto di Yara.
La ragazza, forse durante l’aggressione, ha anche toccato il suo lettore mp3 di marcha Samsung, e anche questo è un dettaglio tutto da chiarire. "Un caso complicatissimo" ripetono gli inquirenti, da ogni parte. Ed è così. Prima una scomparsa che non ha lasciato tracce, poi un ritrovamento con caratteristiche difficili da valutare, da capire. L’Italia attende risposte su questo grande giallo. Risposte che potrebbero venire dalle tracce di Dna trovate su un guanto di Yara o forse sui vestiti, su altri oggetti. Risposte che potrebbero venire anche da altre tracce lasciate dall’assassino, ad esempio tessuti dei suoi vestiti rimasti sul corpo di Yara. Ma la soluzione sembra ancora lontana.
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