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Bergamo

Il pm dispone l’autopsia, stop al funerale del cuoco atalantino

Le esequie di Sergio Damiani, detto Pelè, titolare di un ristorante e cuoco a molte feste della Dea, erano previste per le 15,30 a Redona. Annullate per accertamenti.

E’ il secondo funerale in una settimana che viene annullato e rinviato per consentire l’autopsia. Casi profondamente diversi, ma pur sempre storie di parenti e amici che si apprestano ad una celebrazione difficile e non certo piacevole e si vedono costretti ad un rinvio. Dopo il caso dell’anziana di Ponteranica, qualcosa di simile è successo oggi (26 luglio) a Redona, dove è stato annullato il funerale di Sergio Damiani, 37 anni, cuoco, titolare di un ristorante e volto noto della tifoseria atalantina, dove era stato ribattezzato "Zio Pelè".
Per motivi assolutamente privati, che avevano a che fare con proprie difficoltà personali, Sergio Damiani si era tolto la vita venerdì mattina, 23 luglio, gettandosi dal quinto piano dell’ospedale di Seriate e morendo all’interno del cantiere di ampliamento dello stesso ospedale. La salma era stata composta al Bolognini e i funerali fissati per oggi, lunedì 26 luglio, alle 15,30 nella parrocchiale di Redona, in città.
Dopo una prima ispezione cadaverica e dopo il nulla osta alla tumulazione, però, il pubblico ministero ha deciso in mattinata che era necessaria l’autopsia. Attorno a mezzogiorno il funerale è stato così annullato, ma sono stati molti gli amici e i tifosi dell’Atalanta che alle 15,30 si sono presentati alla chiesa di Redona, avendo l’amara sorpresa: un bigliettino informava dell’annullamento del funerale. La salma è rimasta all’ospedale Bolognini, dove attorno alle 16 si sono presentate decine di persone, soprattutto tifosi dell’Atalanta.
Non risultano attualmente dei procedimenti penali aperti sul decesso di Sergio Damiani. Il pm avrebbe disposto l’autopsia per fugare qualsiasi dubbio circa le cause di un decesso evidentemente collegato alla caduta dal quinto piano dell’ospedale.
Sergio Damiani, 37 anni, era chef e titolare, con un altro socio, del ristorante “La Sacrestia” di via Venezian, a Seriate. Aveva rilevato la proprietà da pochi mesi.

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