Daniele Belotti, consigliere regionale (e comunale) leghista, si appella al ministro della Giustizia Angelino Alfano e lo sollecita a mandare gli ispettori al Tribunale di Bergamo in seguito alla scarcerazione “per un cavillo” di un grosso trafficante di droga tunisino arrestato giovedì 12 febbraio nella propria abitazione in città in seguito a mandato di arresto europeo. 
L’uomo tra il 2005 e il 2006, avrebbe collaborato con un gruppo di spacciatori internazionali per il traffico di cocaina dall’Olanda fino a Bergamo, passando attraverso Germania, Austria e Svizzera.
Dopo il fermo i carabinieri orobici avevano trasmesso la notizia dell’arresto alla Corte d’appello di Brescia, la quale venerdì 13 ha trasmesso una delega per l’interrogatorio di convalida alla sezione gip del Tribunale di Bergamo, visto che il tunisino era detenuto nel carcere di via Gleno. Interrogatorio avvenuto poi lunedì 16, troppo tardi secondo la proceduta che prevede il limite di 48 ore, ragion per cui il tunisino è stato scarcerato.
Cavilli che, spiega il consigliere Belotti, si ripetono unitamente a difetti di notifica, decorrenza dei termini, filmati sostituiti da fotogrammi: per questo sono “troppi gli imputati e i fermati che hanno beneficiato di errori a livello di iter procedurale”.
Dal momento poi che non risulterebbe mai essere stata data notizia sulla responsabilità di questi errori Daniele Belotti chiede al ministro un sopralluogo degli ispettori del ministero per accertare i fatti al fine di individuare eventuali responsabilità in merito all’errore procedurale e stabilire eventuali provvedimenti considerato anche il ripetersi di simili casi.
commenta