Bergamo. Carlo Calenda arriva a Bergamo, a sostegno della candidatura di Elena Carnevali. Ospite al Point di via Sant’Orsola, Calenda, in città anche per un aperitivo elettorale con i suoi candidati, Adriano Musitelli, Andrea Valentino, rispettivamente segretario provinciale e cittadino del partito, Daniela Colombo e Gaia Masserini. Il frontman di Azione entra, saluta, si siede e mette subito in chiaro la distinzione tra la scelta di tirare la volata all’ex deputata del Pd e, di contro, quella di tenersi lontano dalle logiche della campagna elettorale Dem, in virtù della sua candidatura alle Europee. Livelli politici diversi, scelte politiche diverse. Il che, tradotto, come racconta Calenda, significa sì al sostegno alla coalizione di centrosinistra per le amministrative del capoluogo, in virtù del lavoro svolto in due mandati di governo del territorio di Giorgio Gori, ma no a tirare la volata proprio del primo cittadino nella sua corsa alle Europee.
Sì al sindaco Gori, no al candidato del Pd
Promosso il Gori sindaco, ma nessuna alleanza per quello che oggi è un avversario per la sfida di Bruxelles. Del resto, solo qualche giorno fa, lo stesso Calenda non era stato per niente tenero né con Gori, né con Bonaccini: all’Ansa aveva infatti rilasciato parole al fulmicotone sui due politici Dem, le stesse che ha riproposto nel pomeriggio di ieri, domenica 26 maggio, in occasione della sua visita in città.
“Chi vota pensando di votare Gori o Bonaccini in realtà sta votando Elly Schlein e il suo programma, che è quello di una sinistra molto populista, che rivendica il superbonus, e dice che si può fare tutto senza rinunciare a niente – così Calenda -. Noi pensiamo che il programma della Schlein sia un programma infattibile, irrealistico, con candidati che dicono una cosa e anche il suo contrario: a favore e contro l’invio delle armi in Ucraina, a favore e contro l’aborto addirittura, e così pure sulla politica energetica. Quello non è un programma di governo. Gori non è il segretario nazionale del partito.
La linea di Elly Schlein è molto chiara e che dice, ad esempio, che il green deal, così com’è, va bene. Questo è un disastro e non solo per l’Italia, ma anche e soprattutto per i cittadini. Massima stima per Gori, ma il Pd non è gestito da lui. Al vertice c’è un’altra persona che ha scelto di presentare un programma indefinito. Con il conseguente risultato che in Europa vengono candidate figure come quella del sindaco di Bergamo e al contempo Cecilia Strada, gli opposti. Non si fa politica proponendo candidati così distanti. Poi mi dite che differenza di pensiero c’è tra me e Giorgio Gori? La pensiamo nella stessa maniera sul 99% delle questioni e domani lo accoglierei a braccia aperte in Azione. Il punto è che chi vota Gori vota il Pd di Schlein: lo dico con la stessa franchezza con cui ribadisco la mia stima e con la quale riconosco il grandissimo lavoro fino ad oggi nella sua città. Ma non si può continuare a votare i partiti che mettono insieme pensieri così diversi, perché questo significa prendere in giro la gente”.
Il sostegno a Elena Carnevali
Per Calenda è un sì convinto a Elena Carnevali perché sia dia continuità al buon governo del territorio, al lavoro fatto in questi dieci anni. “Ho sostenuto con grande convinzione i mandati di Gori, che ha problemi di collocazione politica (ride ndr), perché ha davvero fatto molto bene a Bergamo, come sono certo farai tu Elena. Abbiamo voglia e desiderio di continuità. Bergamo è uno dei luoghi centrali della mia attività, tanto è vero che portato avanti l’iniziativa di Industria 4.0 con Bombassei e ho ancora molti rapporti con le imprese del territorio. Appoggiamo così una Giunta che ha dimostrato equilibrio nel saper creare e crescere, che ha fatto un lavoro straordinario sulla cultura, cosa che non riesce a tutte le città. Sosteniamo la coalizione che ha a capo la persona giusta per governare città”.
Il leader di Azione spazia dal locale al nazionale e punge Meloni, partendo dalla polemica nata a seguito della proposta del Governo di tagliare i bilanci dei Comuni che hanno avuto più fondi dal PNRR: “Il Governo sta chiedendo ai Comuni di contribuire a tappare il buco generato dal finto taglio delle tasse. Meloni o sta sotto stimando la situazione o sta nascondendo il buco di 30 miliardi di euro dal quale partiamo. Penso che uno dei più grandi problemi sia che i contributi vanno più alle Regioni che ai Comuni. Con una mano tagliano il cuneo fiscale ma con l’altra fanno la stessa cosa con i contribuiti alle amministrazioni. È una truffa. Tagliare le risorse ai Comuni significa tagliare i servizi. Meloni ha preso in giro gli italiani e ora se le riprende in altro modo”.
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