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Il tifoso

“Ero a San Siro nel 1963, ora Dublino: un trionfo. Ho incontrato Gasperini, gli ho chiesto di non andare via da Bergamo”

Mario Nozza, classe 1943, sessant'anni fa era allo stadio a vedere l'Atalanta vincere il primo trofeo della sua storia. Mercoledì è esploso di gioia per l'Europa League: "Mai vista una squadra giocare così bene, ho dovuto prendere una pastiglia della pressione perchè stavo scoppiando"

Bergamo. “Al mister ho chiesto di non andare via da Bergamo: sono sessant’anni che seguo il calcio ma non ho mai visto una squadra giocare così bene”. Parola di Mario Nozza, 80 anni (classe 1943) di Bergamo, uno che di ‘Atalante’ ne ha viste davvero tante nel corso della sua vita ma mai, assicura, una bella come quella del Gasp.

Ieri mattina (venerdì 24 maggio) Nozza ha incontrato Gian Piero Gasperini in un bar di via Sant’Orsola, seduto al tavolino con un amico: “Gli ho chiesto se potevamo farci una foto ed è stato molto gentile: io mi sono scusato del disturbo perchè era impegnato a parlare con un’altra persona. Gli ho chiesto di non andare via, di rimanere all’Atalanta: la sua Dea è meravigliosa”.

L’80enne bergamasco è un tifoso nerazzurro da oltre sessant’anni (“Per tanti anni ho avuto l’abbonamento in gradinata: ogni tanto vado ancora ma vista l’età non riesco più come prima”). Ma il cassetto della memoria è colmo di meravigliosi ricordi in tinte nerazzurre, con uno in particolare che non tutti possono vantare: “Il 2 giugno 1963 ero a San Siro a vedere l’unica finale di Coppa Italia vinta dalla Dea, con la magnifica tripletta di Domenghini. Avevo vent’anni ed ero allo stadio insieme a mio cognato, il marito di mia sorella. A quei tempi era diverso, giocavano a 30 all’ora: ricordo Nielsen, Mereghetti, Gardoni, il mitico Pizzaballa. Era un altro calcio, i giocatori di allora oggi farebbero molta fatica”.

Dopo la delusione di Roma (“Il gol all’inizio della Juve ci ha fregato, poi hanno eretto un muro davanti all’area”), la finale di Dublino Nozza l’ha vista da casa, insieme al genero (“Un milanista bergamasco che ha esultato come me”, ride ndr). Un trionfo, 90 minuti che hanno tolto qualsiasi etichetta rimasta su quella che probabilmente è l’Atalanta più scintillante mai esistita: “Con il Leverkusen avevo la sensazione che potessimo fare bene: i tedeschi fanno giocare. Al terzo gol di Lookman ho dovuto prendere una pastiglia della pressione perchè stavo scoppiando”, confessa.

“I giocatori della squadra attuale mi piacciono tutti moltissimo: in primo luogo perchè si impegnano, dal primo all’ultimo – sottolinea il tifoso -. Se devo dirne uno citerei Ederson: quel ragazzo fa tanti di quei chilometri che è impressionante. Poi Lookman, Scamacca, il ‘nostro’ umile terzino bergamasco Ruggeri. Ogni tanto li vedo in città ma non li voglio disturbare: una volta ho visto Teun Koopmeiners alla Marianna insieme alla fidanzata”.

Parola di una persona che di calciatori ne ha visti davvero tanti: nella vita Nozza ha lavorato per quarant’anni in un’oreficeria a Curno, ma nel tempo libero ha sempre seguito come dirigente accompagnatore formazioni giovanili del calcio bergamasco: “Ho iniziato cinquant’anni fa a San Tomaso; poi Verdello, Alzano Virescit (quando era in serie B e C) e infine Albinoleffe, dalla Beretti agli Esordienti. Sono ancora tesserato ma ho dovuto fermarmi per la labirintite, non riuscivo a guidare perchè avevo i capogiri”.

Calcio che negli ultimi anni è diventato anche una questione di famiglia, con un nipotino classe 2013 che gioca in attacco negli Esordienti del Venezia.

A preoccuparlo non poco è però il futuro di Gasperini: “Spero davvero che il mister possa rimanere a Bergamo. Se dovesse andare via due nomi che mi piacciono sono Baroni del Verona e Juric del Torino, che ho visto quest’estate a Pinzolo: è uno che martella come il Gasp”.

 

Gian Piero Gasperini

 

Nozza chiude con una piccola promessa: “Se rimane Gasperini farò un’altra volta l’abbonamento”, garantisce ridendo. Chissà, il futuro rimane ancora da scrivere. Ma il passato, quello recente, racconta di un’Atalanta bellissima e finalmente anche vincente. Da San Siro all’Aviva Stadium, Mario Nozza può davvero dire ‘io c’ero’.

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