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Il punto del tifoso

Atalanta, ora finalmente possiamo gridarlo forte: abbiamo fatto la storia!

Sempre incessantemente sostenuti dagli ottomila tifosi giunti all’Aviva Stadium, gli uomini di Gasperini hanno letteralmente fatto stropicciare gli occhi anche ai tanti amanti del calcio neutrali che hanno pubblicamente elogiato i nostri

Bergamo. Ora finalmente posso gridarlo forte: abbiamo fatto la storia!! Con una prestazione incredibile l’Atalanta schianta l’imbattuto Leverkusen nella finale di Dublino e conquista l’Europa League.
Non c’è nessunissimo dubbio: la Dea ha strameritato questo trofeo, non solo per quanto fatto vedere durata l’atto finale, ma per come ci è arrivata, eliminando squadroni sulla carta ben più quotati.
Un cammino perfetto, coronato con una vittoria che premia tutti: la squadra, il mister, la società, i tifosi e tutta Bergamo. I tedeschi sono stati letteralmente annichiliti da una prova che definire perfetta è riduttivo. I nerazzurri hanno messo in campo tutte le loro abilità: forza, coraggio, cuore e tanta, tanta tecnica.
Sempre incessantemente sostenuti dagli ottomila tifosi giunti all’Aviva Stadium, gli uomini di Gasperini hanno letteralmente fatto stropicciare gli occhi anche ai tanti amanti del calcio neutrali che hanno pubblicamente elogiato i nostri.

E’ senza dubbio una vittoria di tutti coloro che sono scesi in campo, nessuno escluso, ma quello che ha fatto ieri sera Ademola Lookman resterà per sempre nella storia non solo della Dea ma dell’intero calcio europeo. Tre reti, una più bella dell’altra, un’autentica ira di Dio immarcabile per gli avversari. Dai tre gol di Domenghini nella finale di San Siro del 1963 ai tre di Ademola in quella di Dublino.
Posso solo immedesimarmi nei nostri tifosi presenti allo stadio, quello che possono aver provato. Personalmente l’ho vissuta nel modo per me più bello, con i miei figli in un salotto con tanta ansia e passione che sono state ripagate. E, dopo ogni gol, un abbraccio collettivo più bello degli altri. Sono felicissimo per loro, che hanno sempre seguito le mie orme perché tifare Dea non è per tutti.
Prima delle finali dicevamo: andiamo a Roma, ma se ci dicessero perdiamo la finale di Coppa Italia ma vinciamo l’EL firmiamo subito. Siamo stati esauditi.
Io, che sin da piccolo ho sempre tifato per questa squadra di provincia, abituato ai salti dalla B alla A, mi sono ritrovato ieri sera in mezzo ad un vortice di emozioni che fatico a descrivere, a piangere e saltare in centro città coi miei ragazzi e con migliaia di tifosi festanti.

Al centro di questa fantastica festa, il pensiero correva a chi ha sempre sofferto, gioito, riso, pianto per questa squadra senza poter vedere ora il coronamento di un sogno: mi immagino che baraonda anche in Paradiso.
Infine, consentitemi, la dedica finale la faccio a me stesso. Da quel lontano aprile 1969 in cui entravo per la prima volta al Brumana, il mio cuore si è per sempre tinto di nerazzurro ma mai avrei immaginato di poter vivere un giorno questo sogno.
Da Gardoni a Djimsiti: alzala capitano, alzala al cielo che ora è nerazzurro sopra Dublino.

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