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Europa league

Atalanta-Marsiglia, la storia di Gasset: l’allenatore che ha dato l’addio alla Costa d’Avorio prima che vincesse la Coppa d’Africa

Il 70enne guida l'OM da febbraio: un mese prima aveva lasciato la nazionale dopo una disastrosa fase a gironi. Il suo sostituto ha portato al successo la squadra

Essere esonerati o dimettersi a stagione in corso almeno una volta nella vita fa parte della normalità di ogni singolo allenatore: è successo anche ai più grandi, come Ancelotti, Mourinho, lo stesso Gasperini. Meno comune, invece, è vedere un tecnico lasciare durante una competizione di un mese, come un Mondiale, un Europeo. O una Coppa d’Africa. Quella del 2024, per la precisione. La scorsa. Riferimento non casuale.

Andiamo ancora più nel profondo? Prendiamo ad esempio quel che è successo a Jean-Louis Gasset con la Costa d’Avorio padrona di casa: dopo una fase a gironi disastrosa, il 70enne si è dimesso il 24 gennaio e sostituito. Il suo successore Emerse Faé ha portato addirittura alla vittoria finale la squadra degli ex atalantini Boga e Kessié. Neanche un mese dopo Gasset ha trovato una nuova panchina: quella del Marsiglia. E sarà lui a sfidare l’Atalanta nella semifinale di Europa League.

Chi è Gasset, l’allenatore del Marsiglia

Non parliamo di un nome di spicco del calcio francese: ex giocatore di livello abbastanza modesto, classe 1953, si è legato soprattutto al Montpellier (suo papà è stato tra i co-fondatori del club), iniziando poi il suo percorso anche in panchina. Nel 2007 è nato il sodalizio con Laurent Blanc, ex difensore campione del mondo con la Francia, a cui ha fatto da vice per quasi un decennio. Insieme hanno allenato la nazionale francese e il Paris-Saint Germain, dove hanno fatto incetta di trofei domestici, tra campionati e coppe. Gli ha fatto da assistente fino al 2016, quando è tornato a intraprendere la sua strada in solitaria, partita dalla Ligue 2, passata poi nella Ligue 1 (Saint-Étienne e Bordeaux) e arrivata fino alla Costa d’Avorio.

Il paese africano, una delle potenze calcistiche del continente, lo ha chiamato dopo la mancata qualificazione al mondiale di Qatar 2022 per rimettere in sesto la squadra puntando all’obiettivo, appunto, della Coppa d’Africa del 2024. Che era anche iniziata nel migliore dei modi, visto il successo per 2-0 alla prima partita contro la Guinea Bissau. Le successive due, però, sono state sciagurate: ko con la Nigeria per 1-0 e soprattutto 4-0 subito dalla Guinea Equatoriale.

Sconfitte pesantissime che hanno messo a repentaglio anche il passaggio agli ottavi di finale, strappato soltanto come terza classificata sul filo del rasoio. Troppo per la federazione, ma anche per l’allenatore, arrivato a dimettersi (anche se qualcuno parla di esonero o di risoluzione consensuale). Affidandosi, per l’appunto, a Faé, che avrebbe poi condotto la squadra alla vittoria finale.

Non il massimo per il 70enne francese, che ora a Marsiglia sta rifacendosi, tenendo fede alla sua buona reputazione che ha con tutti i suoi giocatori e colleghi: Seb Haller, attaccante della nazionale, lo ha definito “come un nonno”, al pari di tanti addetti ai lavori che ha incontrato nel suo percorso. Prossimo obiettivo? Battere Gasperini e l’Atalanta e portare l’OM in finale di Europa League. Per riscattare personalmente e a livello di squadra una stagione finora da dimenticare.

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