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Verso il voto

Alessandro Tommasi, “I giovani sono il motore del futuro, fondamentale riguadagnare la fiducia delle persone”

Il fondatore di Nos, media-partito liberaldemocratico che correrà con Azione alle Europee, punta a quella fetta di elettorato che si è disinnamorata della politica

Bergamo. “Si è trattato del mio terzo ritorno a Bergamo, e non sarà l’ultimo”. Parole di Alessandro Tommasi, fondatore e presidente di Nos, il nuovo media-partito che propone un’idea tutta nuova di politica.

Giovedì scorso (21 marzo) la città ha ospitato al Bombonera Social Pub la tappa bergamasca di “Perché Nos'”, il calendario di eventi organizzati dal nuovo movimento per parlare di politica stimolando il dibattito tra i partecipanti, cercando di scoprire le loro priorità e la loro opinione su cosa funziona (o non funziona) in Italia. Perchè “la politica è innanzitutto partecipazione, dialogo e confronto”.

Tommasi, comasco classe 1985, nel 2020 è stato uno dei co-fondatori di Will Media, che negli anni è diventata una delle realtà d’informazione più solide presente nel mondo dei social. Nel settembre del 2023 ha fondato Nos, un media-partito che mira a ‘fare politica’ in una modalità mai vista prima e che scenderà in campo per la prima volta nelle elezioni europee del prossimo giugno.

 

alessandro tommasi nos

 

Cosa è Nos e dove si situa nella scena politica italiana?

Partiamo dall’epilogo: Nos competerà alle prossime elezioni europee in seguito alla stipula di un accordo con Calenda e Azione. L’area è quella dei liberaldemocratici, il nostro obiettivo è costruire una società forte della sua identità, che conosca il suo passato e non se ne scordi, ma si proietti verso il futuro. Un qualcosa che l’Italia di oggi non è in grado di fare.

Azione ha già provato, anche qui a Bergamo in occasione delle ultime elezioni regionali, ad attrarre la fetta di elettori di ‘centro’, la fascia liberaldemocratica che non si riconosce totalmente con le coalizioni ed i partiti attualmente primari, non raggiungendo il suo obiettivo. Come pensate di poter cambiare questa situazione?

Nos e Azione sono due cose distinte che hanno iniziato un percorso insieme. La nostra forza è quella di voler fare le cose in modo diverso ontologicamente parlando. Siamo definiti come ‘media-partito’ perchè sfruttiamo un canale, quello dei social network, per cercare di comunicare al meglio con i giovani. Questo è il primo passaggio fondamentale. In secondo luogo ciò che stiamo facendo e abbiamo intenzione di fare non è mai polarizzato: cerchiamo di agire in modo trasparente con scopi informativi, non solamente politici. La nostra volontà è di andare a catturare le persone che attualmente si sono allontanate dalla politica, stanche, tra le altre cose, dei litigi tra i partiti. Questa è la spinta insita al nostro Dna. Tre elementi sono alla base del nostro operare: la partecipazione, la chiarezza di metodo e la leadership. Con questi tre elementi pensiamo di poter ridare fiducia in ambito politico e riportare molti cittadini a votare.

Uno degli obiettivi primari di Nos è l’instaurazione di un solido rapporto con le nuove generazioni. Quanto è importante la capacità di recepire i bisogni e le necessità dei giovani?

È fondamentale, sempre. In qualunque tempo, i giovani sono il motore del futuro. Una società demografica come la nostra è una popolazione che fatica ad accettare il cambiamento. Stimolare i giovani ad essere parte del dibattito politico è fondamentale: se oggi guardo i dati, il principale pubblico di Nos è tra i 25 e i 40 anni. Nel nostro presente tutto si muove ad una velocità incredibile: dobbiamo aiutare i giovani ad uscire dalla loro incertezza. Alla domanda “Cosa non vi fa dormire la notte?”, i giovani rispondono “L’incertezza per il futuro”. È preoccupante che un ragazzo giovane risponda in questo modo: aiutare i giovani a togliere le nuvole dal loro cielo deve essere nella lista delle priorità maggiori.

L’inverno demografico è un tema centrale e che si ricollega anche al problema dello spopolamento delle valli e dei territori montani. Che politiche avete in mente in questo ambito?

L’inverno demografico è un tema che tocca una quantità sterminata di questioni. Parlare di cambiamento demografico vuol dire sì parlare di sostenibilità e di welfare, ma anche discutere dello spopolamento delle aree interne e, a lungo termine, di minor competitività e maggior concorrenza tra le aziende per assicurarsi i giovani con determinate competenze. Il work-life balance è un altro tema importante in cui è necessario trovare un equilibrio.

Cosa vi aspettate e che risultato pensate di poter raggiungere nelle prossime elezioni europee?

La cosa bella di essere piccoli è che si parte all’arrembaggio. Noi crediamo di poter raggiungere un ottimo risultato. Nelle elezioni del 1979 andò a votare l’86% degli aventi diritti. Se tutto va come deve andare quest’anno voterà solamente il 50% degli elettori. Siamo convinti di poter attrarre la fascia di persone che si è allontanata con delusione dall’ambito politico.

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