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La tragedia di bologna

Mamma e tre figli morti in casa, il comandante Turturici: “Un trauma anche per noi che siamo intervenuti”

Fino a un paio di anni fa in servizio a Bergamo, Calogero Turturici ora guida i vigili del fuoco bolognesi: "La squadra che ha trovato i cadaveri intraprenderà un percorso di recupero psicologico"

Anche per uomini coraggiosi come i vigili del fuoco ci sono interventi che toccano nel profondo. È il caso dell’incendio avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì (15 marzo) in un appartamento di via Bertocchi a Bologna, dove una madre e i suoi tre figli sono morti intossicati dal fumo.

I primi a entrare nell’abitazione, al quarto piano di una palazzina di otto, sono stati i pompieri inviati dal comando provinciale bolognese, che dopo aver domato le fiamme si sono trovati di fronte la terribile scena: tre bimbi, una di sei anni e due gemellini – maschio e femmina – di due, nei loro lettini ormai privi di vita e a terra la loro mamma, Stefania Alexandra Nistor, 32enne di origine romena, gravissima e poi deceduta durante il trasporto in ospedale.

Una vista drammatica e difficile da dimenticare, tanto che “la squadra che è intervenuta e ha individuato i cadaveri intraprenderà un percorso di recupero psicologico per riprendersi dal trauma”, come spiega il comandante provinciale Calogero Turturici, fino a un paio di anni fa in servizio a Bergamo.

 

Turturici Vigili del fuoco

 

“Ci sono situazioni molto difficili da affrontare nel nostro lavoro e questa è una di quelle – prosegue Turturici – . A memoria, nella mia trentennale carriera, non ricordo tragedie di questa entità, ovviamente escluse le calamità naturali come per esempio è stato il terremoto dell’Aquila nel 2009. Il dolore che ho provato l’altra notte è paragonabile a quello che ho vissuto nei mesi più bui del Covid quando ero ancora al comando di Bergamo”.

Quando i vigili del fuoco sono entrati in casa hanno trovato un ambiente saturo di fumo, e verosimilmente è stata questa la causa dei decessi: “L’incendio, di modeste dimensioni, sarebbe partito una stufetta elettrica accesa nella camera da letto in cui le vittime dormivano tutte insieme – spiega il comandante – da lì si sarebbe sprigionato del fumo tossico che non ha lasciato scampo alla famiglia. Il nostro intervento, insieme al nucleo investigativo antincendio per gli accertamenti di legge, è iniziato poco prima dell’una e si è concluso intorno alle cinque di mattina”.

Ma adesso, più che le indagini, è il momento del dolore per quella sfortunata mamma e i suoi tre piccoli: “Ci stringiamo nel cordoglio per queste quattro giovani vite spezzate in un modo tanto atroce – conclude il comandante – e capiamo benissimo la drammaticità della situazione perchè sotto la divisa siamo uomini, e spesso padri di famiglia”.

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