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L'intervento

Commemorazione Covid, Gandolfi: “Bergamo Capitale italiana del volontariato prima ancora di quella della Cultura”

Così il Prefetto di Bergamo Giuseppe Forlenza: "Se vogliamo davvero ricordare le persone morte dobbiamo rinnovare l'impegno verso l'umanità, dando valore alla dimensione collettiva. Questo è sicuramente un obiettivo che dobbiamo perseguire per le vittime e per la loro memoria"

Bergamo. Pasquale Gandolfi, Presidente della Provincia di Bergamo, e Giuseppe Forlenza, Prefetto di Bergamo dal 9 gennaio 2023, sono intervenuti nella mattinata del 18 marzo per onorare le vittime del Covid, in quella che da quattro anni è diventata la giornata nazionale in memoria di esse.

Gandolfi ha dato vita ad un discorso emozionante e ha provato a ripercorrere quel momento buio: “Abbiamo provato incertezza e visto delle immagini surreali durante la pandemia, come il passaggio di una lunga fila di camion militari, pronti a trasportare altrove le bari di persone decedute. In quei mesi nostra vita è cambiata e, noi,  non avevamo la forza di cantare dai nostri balconi. Posso, però, confermare con orgoglio che i bergamaschi non si sono arresi, collaborando ed uscendo da questa situazione. Non va dimenticata la sofferenza vissuta ed il lavoro delle persone durante quel periodo, come gli alpini che in pochissimo tempo hanno costruito l’ospedale da campo e, tra gli scetticismi, si è rivelato fondamentale. Bisogna dare merito, inoltre, all’impegno dei nostri medici e infermieri, oltre che alla grande disponibilità delle aziende”.

Il Presidente della Provincia di Bergamo conclude poi il suo intervento con una frase colma di emozione, ricordando la solidarietà e la forza di Bergamo: “Bergamo è stata Capitale italiana del volontariato prima ancora di essere Capitale della Cultura nel 2023, per tutto ciò che ha fatto durante il periodo della pandemia. Voglio ricordare che abbiamo fatto fronte ad una grande sfida superandola e imparando una lezione importante. Ora dobbiamo guardare al futuro con fiducia”.

A sostegno di questa tesi, il Prefetto di Bergamo, Giuseppe Forlenza, confronta con saggezza il periodo della pandemia con quello attuale, ricordando ciò che abbiamo vissuto e condannando l’ingenuità umana dei giorni nostri: “Con l’imperversare della pandemia ci si era promessi di agire con spirito di collaborazione. L’umanità è stata sconvolta da un virus subdolo, con un carico di morti inaccettabile. Quattro anni fa la guerra da combattere era quella contro il Covid, ora siamo immersi in un periodo storico di disumani combattimenti, con 60 conflitti in tutto il mondo. L’umanità sembra non aver affatto compreso la lezione della pandemia, l’ importanza della cooperazione per affrontare sfide sanitarie e sociali“.

Concludendo, Forlenza riflette sull’importanza di questa commemorazione: “A cosa serve celebrare questo 18 marzo? L’Italia intera ricorda numeri o fa memoria reale di esistenze spezzate? Oggi è l’occasione per fare memoria, la memoria è come un contenitore che dà senso profondo alla vita e da cui si può attingere, come diceva il Cardinale Bassetti. Il luogo in cui ci troviamo oggi ha un grande valore, i morti di Covid vivono in noi e nei nostri cuori. Se vogliamo davvero ricordare le persone morte dobbiamo rinnovare l’impegno verso l’umanità, dando valore alla dimensione collettiva. Questo è sicuramente un impegno che dobbiamo perseguire per le vittime e per la loro memoria”.

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