Eccomi di rientro dalla trasferta di San Siro. Certamente un punto guadagnato, visto come sono andate le cose.
Neanche il tempo di prendere posto e il Milan è in vantaggio. Uno strepitoso Leao inventa un gol da urlo superando due dei nostri e mettendo alle spalle di Carnesecchi un diagonale all’incrocio. Per fortuna sarà l’unico acuto del primo tempo del portoghese.
Ma noi fatichiamo, non siamo la solita Atalanta pimpante e volitiva. Sugli spalti c’è un po’ di scoramento, la manovra non scorre come al solito e c’è chi è preoccupato per il prosieguo dell’incontro.
Ma ci pensa Giroud a risolvere la situazione: no, non per i suoi, ma commettendo un fallo su Holm in area rossonera e Orsato, richiamato dal Var, assegna il rigore per noi. Onestamente un po’ generoso, ma ce lo prendiamo. E soprattutto se lo prende RoboKoop che fredda Maignan.
Ora si che il settore ospiti è una bolgia, Tommy e Andrea si abbracciano, io pur felice resto abbastanza tranquillo, mi preoccupa la ripresa. Purtroppo ci vedo lungo.
Fuori CDK, un po’ spento, dentro Lookman. Buona la prova del nigeriano di rientro dalla Coppa d’Africa. Ma le danze le conducono i rossoneri, che vanno vicini al nuovo vantaggio ma Carnesecchi e una respinta prodigiosa di Zappacosta evitano la capitolazione.
Agiamo di contropiede, uno splendido capita sui piedi di Scamacca, subentrato a Miranchuk, ma l’attaccante romano è in serata storta e brucia l’occasione. Irritante la sua prova.
Per fortuna la gara si chiude senza altri sussulti ma ai punti avrebbe certamente vinto il Milan.
Prestazioni molto positive di Carnesecchi, Ederson e De Roon, centrocampo dai sette polmoni e sempre pronto a rintuzzare gli attacchi avversari. È invece conclamato che abbiamo un problema con il centravanti: Scamacca non riesce a tornare quello di un tempo, non tiene palla, appare addirittura svogliato e così non va.
Il clima in auto al rientro non è di gran festa, il punto va bene teniamocelo stretto.
Fra tre giorni si torna al Meazza, recupero con l’Inter che ha passeggiato a Lecce. Servirà un’altra verve, altrimenti saranno dolori.
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