Bergamo. È stato ucciso dalla moglie Caryl Menghetti con più di venti coltellate Diego Rota. Sono i primi esiti dell’autopsia svolta martedì sul cadavere del 55enne vittima dell’omicidio avvenuto nella tarda serata di giovedì (26 gennaio) in una villetta in via Cascina Lombarda a Martinengo dove la coppia viveva con la figlioletta di 5 anni.
L’esame autoptico, che ha avuto luogo nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, è durato diverse ore. Presenti il medico legale nominato dalla procura, Andrea Verzelletti dell’Università di Brescia, e quello scelto dal legale della donna, l’avvocato Fabrizio Bosio.
L’obiettivo era quello di chiarire i contorni di un dramma familiare ancora con pochi dubbi. Erano circa le 23.30 di giovedì quando Caryl Menghetti, 45 anni, dopo che in mattinata era stata dimessa dall’ospedale di Treviglio dove era stata portata dal marito perchè aveva minacciato di ucciderlo, ha sorpreso alle spalle lo stesso Rota e l’ha ammazzato con oltre venti coltellate piuttosto profonde inferte tra schiena, petto e collo. Ne sono state rilevate poi altre più superficiali, ma non è stato possibile capire se siano dovute a un tentativo di difesa dell’uomo e se rientrino nell’azione delittuosa. Così come non è ancora noto quale dei colpi sia stato quello mortale.
Dopo l’autopsia, in attesa di ricevere tutti i risultati e procedere con le indagini, il pubblico ministero Letizia Cocucci ha dato il nullaosta alla sepoltura del 55enne.
Nel frattempo la presunta omicida, in virtù del suo stato di salute, nelle scorse ore è stata trasferita dal carcere di via Gleno, dove era stata condotta dai carabinieri giovedì notte, all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Ora si trova nella cella di sicurezza del reparto di psichiatria. Sedata e sottoposta a trattamento farmacologico, lunedì mattina non è stata in grado di sostenere l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Riccardo Moreschi, che ne ha comunque convalidato l’arresto.
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