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Il caso

Strappo sull’antisemitismo, Simone Paganoni lascia la maggioranza a Palazzo Frizzoni

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del consigliere comunale Simone Paganoni che annuncia lo strappo con la maggioranza a Palazzo Frizzoni sulla vicenda del cessate il fuoco in Palestina che ha aperto una nuova ondata di antisemitismo

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del consigliere comunale Simone Paganoni che annuncia lo strappo con la maggioranza a Palazzo Frizzoni sulla vicenda del cessate il fuoco in Palestina che ha aperto una nuova ondata di antisemitismo. 

“Da oggi, dopo non aver dormito per due notti e con il cuore infranto, sono costretto a porre fine al mio sostegno a questa maggioranza. Nessuno è perfetto, sbagliare è lecito. Chi fa può anche sbagliare. La Giunta può sbagliare, la maggioranza e la minoranza possono sbagliare, io ho certamente sbagliato molte volte in questi decenni in cui ho collaborato con diverse amministrazioni, tanti sindaci, decine di assessori e centinaia di consiglieri. Tante cose buone (anzi, ottime) sono state fatte, in questi anni, da questa amministrazione ma non si può abbassare la testa, far finta di nulla, minimizzare o girare la testa dall’altra parte quando ci sono di mezzo i diritti umani fondamentali. Sbagliare è umano, perseverare nello sbaglio (come in questo caso) è preoccupante, non voler ammettere di aver sbagliato (magari anche solo per aver sottovalutato un problema) quando di mezzo c’è la sofferenza di un intero popolo, non è accettabile. Ammettere uno sbaglio non sminuisce una persona, ammettere uno sbaglio nobilita l’operato di una persona e, nello specifico, l’operato di un assessorato. Una quesitone simile, seppur meno grave, era accaduta, non più di qualche mese fa, con al centro la stessa assessora Marchesi, la sua delega alla Pace e il suo presiedere il Coordinamento Enti Locali per la pace di Bergamo. In entrambi i casi, errori di sottovalutazione, mancanza di controllo delle informazioni e delle iniziative promosse o pubblicizzate a senso unico sempre e solo “contro” Israele o riportando, come in questo caso, solo quanto richiesto dai terroristi di Hamas (il “cessate il fuoco” senza condizioni) e mai quanto richiesto dal Parlamento Europeo (il “cessate il fuoco” condizionato alla liberazione degli ostaggi e la condanna degli stupri) ha, di fatto, minato la serietà dell’operato di questo assessorato, del coordinamento e ha dato linfa a chi poi usa (o strumentalizza) queste prese di posizioni sbilanciate per fomentare l’odio verso un stato, i suoi cittadini e tutti gli ebrei che vivono in Italia e nel mondo.

Sono questi slogan (quelli che chiedono SOLO il cessate il fuoco a non la liberazione degli ostaggi a cui l’assessore mette i “like”) che contribuiscono a rendere il clima sempre più avvelenato. Oggi, ancora una volta, dopo ottant’anni, in Italia si registra un’ondata di antisemitismo, gli studenti di religione ebraica hanno timore a frequentare le scuole e le università dove subiscono continue minacce, gli ebrei osservanti coprono i loro simboli religiosi e nascondono la propria identità nel timore di subire azioni violente e le sinagoghe sono presidiate da apparati di sicurezza per consentire il diritto di libertà religiosa che è sancito dalla nostra Costituzione.

E questa volta, a minacciare luoghi e persone, non ci sono Mussolini o Hitler ma i terroristi attraverso le armi e l’estrema sinistra con le sue manifestazioni, le parole d’odio e le richieste di boicottaggio. Come a Vicenza dove, alle ditte israeliane, si voleva vietare di poter accedere e partecipare alla Fiera o a Bologna dove, presso la Fiera del libro dei ragazzi, si chiede di escludere Israele. Una volta si bruciavano i libri e si mettevano le stelle di David sulle vetrine, oggi agli ebrei israeliani si vuole vietare di partecipare alla Fiere, agli eventi culturali e alle competizioni sportive.

Ecco cosa possono portare slogan e “parole d’ordine” sbagliate come quelle promosse dal Coordinamento presieduto dall’Assessora Marchesi.

Ci sono decine di conflitti nel mondo, centinaia di milioni di profughi. Decine di migliaia arrivano anche da noi perché scappano da guerre e soprusi. Perché l’assessorato alla pace del Comune di Bergamo continui ad occuparsi sempre e solo di Israele è un vero mistero. Anzi in realtà non lo è affatto. Il dubbio, che oserei definire quasi certezza, è che a buona parte della sinistra (Assessora, associazioni e coordinamenti vari) interessi molto più attaccare gli Stati Uniti e Israele in quanto simboli di tutto ciò che la sinistra estrema odia nel mondo, anziché battersi per difendere la pace, le persone e i diritti.

Come scrive, molto meglio di me, la opinionista inglese Daleys, c’è qualcosa di grottesco nel vedere le associazioni in difesa dei diritti delle donne scendere in piazza contro Israele a fianco degli stessi sostenitori dei regimi che trasformano in criminali e uccidono le donne che appaiano in pubblico semplicemente a capo scoperto.

Ma l’altro giorno si è andati oltre a tutto questo. Si è cercato di annacquare e sminuire in maniera davvero vergognosa il significato del 27 Gennaio. La giornata della memoria è stata istituita dal Parlamento per responsabilizzare i cittadini e le cittadine del nostro paese affinché si informino su un episodio che ha visto la persecuzione e la deportazione di italiani ad opera di altri italiani solo in base a una falsa categorizzazione razzista e ideologica. Non è altro. Non è un giorno contro le guerre nel mondo o contro la pena di morte.

Chiunque abbia una coscienza non può non rimanere colpito dalle immagini dei civili coinvolti. Succede in tutte le guerre moderne. È successo non più tardi di due anni fa a Mariupol, in Ucraina, dove sono morti non meno di 35.000 civili durante un assedio crudele e bombardamenti non proprio “chirurgici”. È accaduto nel Tigray, dove dal 2020 sono morti centinaia di migliaia di civili massacrati dagli eserciti eritreo ed etiope nel silenzio più assoluto della comunità internazionale. Succede quotidianamente in Kurdistan, in Nigeria. Ma su questo il Coordinamento presieduto dall’Assessora Marchesi tace, l’Assessorato alla Pace tace.

Il coordinamento degli enti locali per la pace chiede il cessate il fuoco (in un contesto sbagliato) ma tace sugli stupri, e non solo quelli avvenuti durante il pogrom del 7 ottobre ma quelli che avvengono oggi sugli ebrei rapiti e deportati a Gaza. Decine di testimonianze come quella di Agam Goldstein rivelano come i terroristi di Hamas stiano abusando sessualmente delle donne israeliane tenute in ostaggio. Ciò nonostante, non abbiamo sentito una singola denuncia dalle organizzazioni italiane per i diritti delle donne. Il coordinamento presieduto dall’Assessora Marchesi chiede solo il cessato il fuoco e non dice nulla sugli stupri.

In queste settimane, molti degli ebrei rapiti, sono stati marchiati a fuoco (lo testimoniano i bambini e gli anziani come Elma Avraham di 84 anni, liberati nelle scorse settimane). Marchiati a fuoco come nei campi di sterminio ma il Coordinamento, presieduto dall’Assessora Marchesi chiede il cessate il fuoco e non dice nulla contro questa barbarie.

E un Assessora che non riesce neppure a fare “mea culpa” ma mette like ai commenti che chiedono SOLO il cessate il fuoco (e non la liberazione degli ostaggi rapiti, deportati a Gaza e stuprati) come se la colpa di questa guerra fosse solo di Israele e non dei terroristi non merita di gestire la delega alla Pace, il Comune di Bergamo non merita un Assessore alla Pace che paragona un (seppure terribile) conflitto, all’unicità della Shoah (nel post si parlava anche di “vecchi e nuovi genocidi”)

Nonostante tutto questo, il consiglio comunale ha bocciato la mozione in cui si chiedeva di ritirare la delega all’Assessora Marchesi; l’assessora Marchesi non ha spiegato il perché della sua condivisione a quel post (il suo like testimonia la sua evidente adesione); Il vice Sindaco ha dichiarato che la fiducia nell’assessora è massima anche relativamente alla delega per la pace; neppure un consigliere di maggioranza è intervenuto anche solo per dire che, per questo specifico episodio, l’assessora Marchesi, potrebbe aver sbagliato a condividere o anche solo a sottovalutare la portata di quanto avvenuto sotto la sua presidenza.

Per tutte queste ragioni, per la gravità di quanto successo e, come ho scritto all’inizio, con il cuore infranto, ritengo che non ci siano più i presupposti di fiducia minimi e necessari per poter stare in una maggioranza incapace di fare un singolo passo indietro e ammettere per una volta, una sola volta, di aver preso “un abbaglio” su un tema di questa importanza. A tutto si può passare sopra, a questo no.

Simone Paganoni consigliere comunale di Bergamo

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