Rio de Janeiro (Brasile). Violenza, brutalità e scontri armati: concetti che non dovrebbero esistere nel contesto di una partita di pallone (o meglio, mai dovrebbero esistere). Eppure, l'ultima esperienza di Musso con l'Argentina ha avuto ben poco a che vedere con il calcio.
Durante la partita tra Brasile e Argentina - disputata nella notte tra martedì 21 e mercoledì 22 novembre e valida per le qualificazioni ai prossimi mondiali -, la realtà sportiva è passata in secondo piano rispetto alle furiose scene che hanno avuto luogo sugli spalti del Maracanã di Rio de Janeiro, dove le forze dell’ordine e i tifosi argentini sono stati protagonisti di violenti scontri armati che hanno portato alla temporanea sospensione della partita.
Il portiere dell’Atalanta - e dell'Argentina - Juan Musso si trovava in panchina per l’Albiceleste, che tra i pali vedeva titolare Emiliano El Dibu Martinez. Martinez che si è reso protagonista di un episodio che sui social ha fatto il giro del mondo: l’estremo difensore argentino ha tentato di fermare i poliziotti che con ferocia stavano prendendo a manganellate i disarmati tifosi allungando i guantoni verso gli spalti e provando a richiamare l’attenzione dei militari.
Emiliano #Martinez , portiere argentino, cerca di proteggere i suoi tifosi, si scaglia contro la polizia e prova a strappare un manganello dalle mani di un poliziotto brasiliano. #BrasileArgentina pic.twitter.com/3qQ2xnxwlz
— Il Politico Web (@ilpolitico_web) November 22, 2023
Il capitano della nazionale argentina Lionel Messi ha poi deciso di richiamare i compagni negli spogliatoi, considerando impossibile proseguire la gara visto quello che stava contemporaneamente succedendo sulle tribune.
Solamente dopo la fine degli scontri le due squadre sono rientrate sul terreno di gioco e hanno ripreso il match, terminato uno a zero in favore degli ospiti: decisivo l’imperioso stacco di testa di Nicolás Otamendi al 63esimo minuto.
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