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Arte

La mostra

“Chi diventare?” Alla Gamec l’opera d’arte partecipata che riflette su sogni ed aspirazioni dei giovani fotogallery

Una scultura al neon progettata da Valerio Rocco Orlando e realizzata insieme ad alcuni studenti del Politecnico delle Arti di Bergamo nell’ambito del progetto di arte partecipata e diffusa Vite operose, a cura di Caroline Corbetta e commissionata dalla Guido Berlucchi, accoglierà i visitatori della GAMeC dal 14 settembre

Bergamo. Una riflessione collettiva, sulla relazione tra sistema educativo e mondo del lavoro, che guarda alla città come territorio di formazione per le nuove generazioni. Un territorio attivo ed in continua trasformazione, una città che guarda al futuro, attraverso un semplice ma incisivo quesito: “Chi diventare?”.

Questo interrogativo nelle mani di Valerio Rocco Orlando (artista e pedagogista milanese, insegnante di Drammaturgia multimediale all’Accademia di Belle Arti di Brera, all’Accademia di Belle Arti di Roma, al Politecnico delle Arti di Bergamo e dottorando in Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica alla Sapienza Università di Roma) diventa una scultura luminosa al neon esposta da giovedì 14 settembre al pubblico nel cortile interno della GAMeC.

Questa scultura, progettata da Orlando, a cura di Caroline Corbetta e commissionata dall’azienda vitivinicola Guido Berlucchi, rientra in “Vite operose”, progetto di arte partecipata e diffusa dedicato al tema del lavoro come elemento identitario e strumento di integrazione, che nasce in Franciacorta per svilupparsi nelle due città Capitale Italiana della Cultura 2023, in collaborazione con Gamec e Fondazione Brescia Musei.

Il progetto consiste nella creazione di una serie di tre opere d’arte partecipata nate dal coinvolgimento di altrettante comunità della Franciacorta e delle città di Bergamo e Brescia attraverso una serie di attività laboratoriali, e pensate per essere esposte in siti accessibili gratuitamente al pubblico. Un progetto che ha dato il via a Casa dei Talenti Berlucchi: un format diretto da Caroline Corbetta, curatrice d’arte contemporanea e membro del Comitato Scientifico di Academia Berlucchi, finalizzato alla realizzazione di programmi culturali di rigenerazione e promozione del territorio della Franciacorta, e alla valorizzazione delle persone che vi operano, in un’ottica di sostenibilità umana e ambientale. Il primo progetto, la scultura luminosa al neon “Il lavoro ha diversi volti”, è esposto sulla torre del Castello Berlucchi di Borgonato, mentre la terza opera verrà presentata presso il Museo di Santa Giulia a Brescia.

“Un progetto che nasce dalla Franciacorta, dall’azienda Guido Berlucchi, attenta allo sviluppo ed alla custodia del territorio, con il supporto di Academia Berlucchi ed il progetto di arte partecipata da essa prodotto – spiega Cristina Ziliani, co-proprietaria e Direttrice Relazioni Esterne della Guido Berlucchi – un territorio che è Terra di Mezzo tra le due città Capitale della Cultura e che, attraverso questo progetto, vuole consolidare ancora di più l’unione tra le due città”.

In questo caso, l’opera d’arte partecipata (che entrerà a far parte delle Collezioni del museo grazie alla donazione proprio della Guido Berlucchi) nasce da un confronto fra Valerio Rocco Orlando e un gruppo di studenti del Politecnico delle Arti di Bergamo, realtà nata dalla fusione tra l’Accademia di belle arti Giacomo Carrara e l’Istituto Superiore di Studi Musicali. Attraverso alcuni laboratori tenutisi lo scorso maggio, l’artista ha portato gli studenti a confrontarsi sulla relazione tra sistema educativo e mondo del lavoro, attraverso una riflessione sulla città e sull’importanza del territorio nella formazione dei giovani. “Una riflessione che permette di fare emergere i pensieri dei giovani, con uno sguardo proiettato al futuro” – spiega Alberto Barcella, presidente di Gamec. “Giovani che hanno avuto la possibilità di lavorare con un grande artista, realizzando un’opera capace di valorizzare i propri talenti e dando un’identità ulteriore alla Capitale della Cultura” – sottolinea l’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti.

“Chi diventare?” Alla Gamec l’opera d’arte partecipata

Una riflessione che ha portato al quesito “Chi diventare?”, tradotto in una scultura in grado di esplicitare il non-detto di una domanda che racchiude in sé sogni, aspirazioni e paure dei giovani che si affacciano verso il mondo del lavoro.

“I laboratori con gli studenti del Politecnico delle Arti di Bergamo hanno attivato traiettorie, mappature e geografie umane per ripensare la dimensione urbana alla luce del proprio percorso di crescita”, racconta Valerio Rocco Orlando “Chi diventare? sintetizza ed espande questo processo condividendo con la città una domanda esistenziale sul futuro del lavoro”.

Una domanda che guarda al lavoro, ma che coinvolge tutti i cittadini e tutti i visitatori di Gamec: una domanda che porta ad una riflessione, ma inevitabilmente anche all’azione, spingendo lo sguardo di ognuno ad immaginare ed a realizzare le proprie aspirazioni in futuro. “Se la città fosse una scuola, come sarebbe? – si chiede Valerio Rocco Orlando – bisogna ripensare alla città come ruolo educante e pedagogico, dove ognuno possa essere in grado di condividere il proprio vissuto e, allo stesso tempo, i propri sogni”.

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