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Le reazioni

Legge sulla Natura, Dori: “Vittoria per i giovani”. Zanni: “Schiaffo a pescatori e agricoltori”

Approvato dal Parlamento Europeo il testo che tutela e incentiva verde e biodiversità. Oscar Locatelli, Parco dei Colli: "Ignorare i temi ambientali, fondamentali, non giova a nessuno, né alle nuove generazioni, né alla nostra economia"

Bergamo. Un passo importante, per il pianeta e per chi lo abita. Anche se la decisione, sofferta e non a maglie larghe. E’ arrivata nella giornata di mercoledì 12 luglio il sì del Parlamento Europeo sul Green Deal, la risposta alla crisi climatica in corso. Il testo è infatti passato con 336 voti favorevoli, 300 contrari e 13 astenuti. Sostanza del documento la volontà di ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine dell’Unione europea entro il 2030.

Contrari alla legge diversi esponenti delle destre europee e del Ppe, tra cui anche quelli italiani che avevano preannunciato voto negativo, spiegando di non essere favorevoli alla Nature Restoration Law in virtù della difesa degli interessi dell’agricoltura, minacciata, a loro dire, da una legge che avrebbe portato a ridurre “produttività e sicurezza alimentare”, temendo oltretutto per le ripercussioni economiche e perdita di produttività. Il testo ora proseguirà nel suo completamento in autunno.

Cosa prevede la legge 

La legge prevede di ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine in modo da fermare la perdita di biodiversità entro il 2030 attraverso il ripristino della natura e estendere lo stesso concetto a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Un obiettivo per garantire sicurezza alimentare, resilienza climatica e salute e benessere per popolazione, fauna e flora.
Fra i passaggi fondamentali, poi, la volontà di ridurre pesticidi chimici del 50% entro il 2030, incrementare le aree protette, salvare gli impollinatori, garantire nessuna perdita di spazi verdi urbani entro il 2030 e programmandone un aumento del 5% entro il 2050.

Non solo, è previsto “un minimo del 10% di copertura arborea in ogni città”, la riumidificazione delle torbiere prosciugate e che contribuiscono ad assorbire il carbonio, l’aumento della biodiversità nei terreni agricoli, il ripristino degli habitat nei fondali marini o la rimozione delle barriere fluviali per liberare 25mila chilometri di fiumi in modo da prevenire disastri durante le alluvioni. Ogni Stato membro dovrà sviluppare piani nazionali di ripristino con una precisa feedback. Gli investimenti per il recupero dell’ambiente, per ogni euro speso, dovrebbero portare ad un importo che in termini di benefici si aggira tra gli 8 e i 38 euro.

Le reazioni bergamasche di politici e presidenti di categoria

Carlo Loffreda, direttore di Coldiretti Bergamo: “Come Coldiretti esprimiamo soddisfazione per il fatto che nell’applicazione della proposta di regolamento sul Ripristino della natura sia  passata la  linea da noi fortemente sostenuta di tutela della produzione agroalimentare attraverso emendamenti che prevedono l’esclusione degli ecosistemi agricoli dal campo di applicazione della legge, l’eliminazione dell’obiettivo di riduzione del 10% della superficie agricola produttiva, la richiesta di utilizzare fondi esterni alla PAC e alla politica della pesca per la copertura dei deficit di finanziamento e il riferimento diretto alle clausole specchio ed alla reciprocità verso Paesi terzi. La proposta così come formulata  dalla Commissione – prosegue Loffreda –  avrebbe penalizzato il settore agricolo portando una pesante riduzione del potenziale produttivo, con un conseguente e significativo aumento delle importazioni da Paesi terzi di prodotti non sostenibili  e non rispettosi dei diritti dei lavoratori. Rimane il fatto che il Parlamento  si è spaccato in due (324 voti contrari, 312 favorevoli e 12 astenuti) quindi la posizione ultra ambientalista del commissario  Timmermans ne è uscita fortemente indebolita. La tutela dell’ambiente e la perdita di biodiversità – sottolinea Loffreda  – si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni”.

“Le scene di esultanza della sinistra e dei Verdi per aver salvato un provvedimento estremista e ideologico criticato da tutti, solo per una manciata di voti, è emblematico della situazione in cui versa la ormai ex maggioranza del Parlamento europeo – racconta Marco Zanni, eurodeputato bergamasco della Lega -. Il ravvedimento tardivo del PPE, che dopo aver condiviso per quattro anni l’agenda di von der Leyen, Timmermans, sinistre e Verdi, si è accorto dei pessimi contenuti delle loro proposte, ha evidenziato tutte le spaccature e contraddizioni di una coalizione che non esiste più e non ha mai avuto senso di esistere. Altro che ‘ripristino della natura’, a farne le spese, ancora una volta, sono i cittadini europei. E a dispetto delle belle parole, il provvedimento per cui le sinistre festeggiano è uno schiaffo ad agricoltori e pescatori, avrà conseguenze disastrose e andrà a colpire duramente la loro attività. Incredibile che anche i deputati italiani del PD possano aver condiviso questo scempio. La Lega continuerà a difendere settori fondamentali dell’economia del nostro Paese, contro gli estremismi ideologici. L’UE prenda atto che non c’è più una maggioranza e faccia marcia indietro prima che sia troppo tardi”.

Devis Dori, parlamentare bergamasco di Alleanza Verdi Sinistra Italiana: “Il Parlamento europeo ha approvato la “Nature Restoration Law”, cioè la Legge per il ripristino della Natura, un progetto audace nel contesto del “Green deal europeo”, mirato a recuperare aree naturali gravemente compromesse: è stata approvata nonostante i tentativi della destra italiana ed europea, PPE compreso, di soffocarla.  I sovranisti, con la loro visione politica ristretta, hanno condotto una pericolosa campagna di disinformazione, cercando di dipingere le politiche ecologiste dell’UE come il nemico principale dell’economia, trascurando il fatto che il costo della crisi climatica è già ora insostenibile e gravemente drammatico. È stata una grande vittoria in nome delle generazioni presenti e future, contro i ladri di futuro. Fallisce così l’assalto alla Natura dei sovranisti italiani ed europei.

Questa politica, che, con una manovra meschina e indecorosa, è arrivata a proporre il rigetto della legge, continua a proteggere un’élite che prospera sfruttando l’emergenza climatica, gonfiando i costi dell’energia fossile e ponendo insidiosi ostacoli alla transizione ecologica. Oggi non salviamo solo la natura ma assestiamo un duro colpo alla campagna elettorale per le europee, già avviata dal governo Meloni, fondata sul ‘climafreghismo’.  Questa destra che sparge fake news per difendere gli interessi degli inquinatori e dei cementificatori è stata bloccata da un’alleanza ecologista che può essere speranza per il futuro dell’Europa.

È davvero incredibile che la lotta ai cambiamenti climatici e la difesa dell’ambiente diventino terreno di conflitto, anziché patrimonio collettivo. La transizione e la conversione ecologica restano il punto di riferimento per chi, come l’Alleanza Verdi e Sinistra, si batte per la giustizia sociale e giustizia ambientale”.

Oscar Locatelli, presidente del parco dei Colli di Bergamo: “E’ giusto porsi a livello europeo gli obiettivi contenuti nella legge passata nella giornata di mercoledì 12 luglio. Tutto ciò non può che essere accolto con favore, per la nostra sopravvivenza, quella dei nostri figli e nipoti. Va aggiunto che i temi ambientali sono strettamente legati all’economia e alla stabilità di tutti i Paesi: ignorarli porterebbe a rischi incalcolabili.  Da parte nostra, con la prossima sottoscrizione della Carta di Bergamo Brescia sulle aree protette periurbane, ci inseriamo in questo solco: non certo per salvare la Terra ma per sottoscrivere un nuovo Patto tra Umanità e Natura”.

 

 

 

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