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Mozzo

Lite tra fratelli, disposta l’autopsia sul corpo del 31enne. L’altro resta ai domiciliari: “È distrutto”

Gianluca Maffeis era in coma irreversibile al Papa Giovanni, dove era stato ricoverato domenica al termine della violenta lite con il fratello minore Lorenzo, 26 anni

Mozzo. La Procura di Bergamo ha disposto l’autopsia sul corpo di Gianluca Maffeis, il 31enne di Mozzo morto giovedì 29 giugno all’ospedale all’ospedale Papa Giovanni, dove si trovava in Rianimazione da domenica. Era in coma irreversibile e in mattinata i medici hanno comunicato la notizia ai parenti.

L’obiettivo degli inquirenti è vederci chiaro e capire cosa abbia provocato il decesso. Inizialmente si era parlato di un trauma cranico conseguente una caduta, ma secondo quanto raccontato dal fratello 26enne, Lorenzo, fermato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio, Gianluca sarebbe andato in arresto cardiocircolatorio al termine di una violenta colluttazione tra i due. Al culmine della lite, il fratello maggiore gli avrebbe stretto le mani attorno al collo e a quel punto lui avrebbe fatto lo stesso. “Per difendermi”, ha detto al gip Maria Beatrice Parati che ne ha convalidato l’arresto ai domiciliari.

Sabato sera i due fratelli erano andati alla discoteca Vog di Seriate per festeggiare un compleanno con amici. Secondo la versione resa al gip dal 26enne, il fratello maggiore avrebbe alzato un po’ troppo il gomito, rischiando di infilarsi in un battibecco per una ragazza. Consapevole del temperamento complicato di Gianluca – alle prese con un certo disagio psicologico -, Lorenzo lo avrebbe invitato a lasciar perdere, ma per tutta risposta avrebbe ricevuto in cambio un pugno, più una lunga serie di insulti.

Una volta ritornati a casa, a Mozzo, la madre era ancora sveglia sul divano ad attenderli, nonostante fossero ormai le 5 del mattino. La tensione tra i due, però, non si è affievolita. Anzi, è degenerata fino al tragico epilogo, con le mani dell’uno strette al collo dell’altro. Lorenzo dice di avere chiamato il 118 non appena il fratello ha perso conoscenza, praticandogli il massaggio cardiaco con l’aiuto di un operatore al telefono.

Giovedì è stato informato della morte di Gianluca. La salma si trova nella camera mortuaria del Papa Giovanni. “Lorenzo è distrutto – si limitano a commentare gli avvocati -. È un dramma che si aggiunge al dramma per una famiglia che aveva già affrontato situazioni difficili”, famiglia che non risulta segnalata ai servizi sociali del Comune di Mozzo. “Quella notte – è la tesi dei legali – il nostro assistito ha agito per legittima difesa rimediando a sua volta ematomi, fratture e una prognosi di trenta giorni. Per amore del fratello era disposto a sopportare tante cose”.

Chi conosceva Lorenzo Maffeis lo descrive come un ragazzo buono, gentile, timido e rispettoso, questi gli aggettivi più ricorrenti. Un ragazzo semplice, con un debole per il calcetto. La mattina stessa avrebbe mandato un messaggio agli amici più stretti, per raccontare loro l’accaduto. L’accusa mossa nei suoi confronti, ora, è di omicidio.

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