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Il bilancio

Volley Bergamo 1991, Federica Stufi: “Una stagione fantastica, ci siamo date tutto”

Il capitano ripercorre l'annata: "Forse siamo arrivate un po' stanche alla fine, dispiace non aver giocato un'ultima volta al Palazzetto, ma viviamo una fase di rinascita. La società vuole tornare in alto"

Bergamo. Si è conclusa mercoledì 3 maggio a Cremona, con la sconfitta per 3-0 contro Casalmaggiore, la stagione del Volley Bergamo 1991. Un ko che ha fermato la corsa rossoblu verso il ritorno in Europa attraverso i Playoff Challenge, l’ultimo obiettivo di un’annata che, in ogni caso, non è stata certo avara di emozioni e soddisfazioni. Non solo perché è stata l’ultima nell’attuale palazzetto, dove la pallavolo orobica ha scritto pagine di storia indelebili.

Federica Stufi aveva già vissuto in prima persona un’annata a Bergamo, nella stagione 2013/14. Altri tempi, sotto tantissimi punti di vista. Tornata nell’estate 2022, è stata insignita del ruolo di capitano. Che comporta onori e oneri, responsabilità e soddisfazioni. Guardare al bicchiere mezzo pieno, ma ricordare allo stesso tempo che la proverbiale pancia piena nello sport non porta mai lontano.

Dopo la fine della stagione, arrivata forse in maniera un po’ brusca, in una partita “che potevamo riaprire” e decisa in un secondo set “che avevamo in mano, ma nei punti più caldi non abbiamo approfittato di certe situazioni”, la centrale fiorentina guarda con orgoglio e un filo di vena malinconica: “Dispiacere c’è, perché mi sarebbe piaciuto aggiungere un ultimo capitolo a questa storia e giocare un’ultima partita davanti al nostro pubblico”, afferma, “ma ho visto quanto siamo cresciute e non posso che esserne straordinariamente fiera”.

La numero 22 delle rossoblù si sente “un po’ destabilizzata” al termine di questa annata, “ma non posso dire di stare male, perché è stato un bellissimo viaggio. L’ultimo risultato non cambia tutto ciò che è stato. La vita mi ha insegnato a vedere il potenziale nelle cose: ci sono margini di crescita, esperienze ancora da accumulare”.

Federica Stufi Volley Bergamo 1991

“È stato peccato arrivare a fine campionato un po’ scariche, fisicamente e mentalmente. Ci siamo date completamente, in alcune situazioni è mancato forse un po’ di mordente, ma ho creduto fermamente in tutte le mie compagne e so che mi hanno dato tutto. Per crescere è necessario imparare a cadere: le cose non arrivano col botto, altrimenti non durano”. Passo dopo passo. Sagge parole che si contestualizzano a pennello nel percorso iniziato dalla società nemmeno due anni fa: “Siamo la squadra della fenice, viviamo una fase di rinascita dopo un momento difficile per il paese, vogliamo riportare il nome di Bergamo dove conta. Abbiamo sempre reagito nei momenti difficili, alla nostra maniera. Lo abbiamo dimostrato”.

Proprio questa determinazione ha fatto sì che il fuoco della passione si riaccendesse a Bergamo: “Ho rivisto tornare tanti tifosi, ho vissuto il palazzetto pieno. La città si è rianimata”. E la voce della Nobiltà Rossoblù non è mai mancata: “Come loro è raro trovarne, per il tempo che ci dedicano, per l’amore che ci trasmettono, per quanto cantano. Loro sono il cuore pulsante”.

Il resto, e non è poco, ce l’ha messo un gruppo che ha trovato una grande chimica, partita dopo partita si è tolto delle grandissime soddisfazioni: battere Scandicci e andare alle final four di Coppa Italia, mettere ko Vero Volley e Novara in casa, chiudere al settimo posto, nella prima metà della classifica, mantenere un rendimento interno di altissimo profilo (10-3). Stona il simmetrico 3-10 esterno, sì, ma come dice Stufi “c’è sempre spazio per migliorare. Siamo gratificate? Sì. Mi è bastato? No, ma mi dà una spinta ulteriore”.

Il gruppo molto probabilmente andrà sfaldandosi. Lanier verso Conegliano, coach Micoli in Polonia. E tante altre partenze. Inevitabile. “Qualunque cosa succederà a ciascuna di noi, però, io so di aver lasciato a tutte una parte di me, e viceversa. So che le ragazze avranno i mezzi per affrontare ogni difficoltà: lo sport conta tanto anche per questo, non solo per i risultati, ed è giusto dare valore a questo aspetto”.

E viverlo da capitano è stato ancora meglio. “È stato bellissimo. Mi sono sentita parte di tutto questo mondo dal primo giorno. Poterne essere stata la rappresentante è stato un grande dono, ho cercato di fare del mio meglio. È stata un’emozione in più, poi in campo non cambia perché il numero o il nome contano poco, ma è stata una grande soddisfazione poter essere una guida”. Il merito? Di Giovanni Panzetti: “Ha spinto per me. È stato sempre presente. Per me è la storia della pallavolo italiana”.

“Siamo state un mix di sfumature e di colori, quando siamo insieme riusciamo a creare sempre qualcosa di unico e di intenso, di un po’ folle. Qualsiasi cosa facciamo insieme diventa bello. Siamo qualcosa di colorato, meraviglioso” aggiunge parlando delle “sue” ragazze.

Anche dal punto di vista personale il bilancio è pieno di positività: “Rispetto al 2014 ho trovato proprio un’altra Bergamo, era la prima volta che tornavo in una squadra in cui ero già stata. Ho ritrovato parte della società ed è stato bellissimo. Ho vissuto la città in modo diverso. Questa stagione mi ha fatto vedere come sono cresciuta sotto tanti aspetti, ma anche essere la stessa persona. Me la sono goduta di più”.

Lo sguardo è già proiettato sul futuro, ancora da definire e su cui c’è ancora riserbo. Nodi che vanno sciolti. Un’indicazione però è chiara: Federica Stufi a Bergamo sta bene. La cosa sembra reciproca.

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