Ci voleva un autogol, per battere l’Udinese.
Perché a tutti ritornerà in mente (eh troppo facile) ancora il 7-1 di due anni e mezzo fa (27 ottobre 2019) sull’Udinese, una grandinata di gol con la doppietta di Ilicic, la tripletta (due su rigore) di Muriel, un gol di Pasalic e uno di Diallo, il ragazzino poi passato per una montagna di euro al Manchester United.
E in porta chi c’era? Per l’Udinese, proprio Juan Musso, ora uno dei migliori in campo nel confronto al Gewiss Stadium di sabato 4 marzo 2023. Ma perché, allora, ci voleva un autogol? Forse chi ha la memoria più lunga ricorderà l’1-0 di Atalanta-Udinese del 17 novembre 1996: un gol da Gialappa’s, con il friulano Bertotto che di testa appoggia la palla indietro al portiere Battistini, il quale viene ingannato/tradito da una zolla e quindi spiazzato.
Uno a zero al 29′ del primo tempo e finisce lì. La curiosità è che in quella partita giocava Sottil, ma dalla parte giusta cioè quella nerazzurra. E a vedere Atalanta-Udinese di questo 4 marzo (oltre a Cristiano Doni, Mimmo Gentile) c’era in tribuna Fabio Gallo, anche lui in campo allora nell’Atalanta allenata da Mondonico, con Morfeo e Lentini. Mancava in quella partita Inzaghi, che aveva già segnato 7 gol e sarà capocannoniere della Serie A con 24. Non era nemmeno una brutta Udinese quella di Zaccheroni, con Bierhoff all’attacco. Tra l’altro, un’Atalanta allora a soli 9 punti e 15a dopo nove giornate. Altra curiosità? La settimana prima si era giocato Milan-Atalanta proprio come oggi, ma allora era finita 1-1, gol di Inzaghi e rigore di Albertini…
Beh in fondo non abbiamo troppo divagato. Se quell’Atalanta per battere l’Udinese senza il suo bomber principe aveva dovuto ricorrere a una zolla, questa Atalanta avrebbe ringraziato molto volentieri la scivolata di un difensore. Invece nulla: Bijol, degno del miglior Sottil dell’Atalanta di Mondonico, ha annullato Hojlund e Lookman si è…annullato da solo, riuscendo a impegnare una volta Silvestri, che ha salvato la sua porta coi piedi.
Bisogna tornare indietro di un anno per trovare l’ultimo 0-0 in Atalanta-Genoa del 13 marzo scorso.
Non è certo abitudine delle squadre di Gasperini giocare per non perdere e cercare solo di restare imbattute: stavolta non si può buttare via il punto visto che, come spesso accade, partite di questo tipo rischiano di finire con tutti avanti e un gol preso in contropiede. Bravo Musso a uscire nel primo tempo su Beto, poi è salito in cattedra Silvestri. Mancano sul tabellino dei nerazzurri le reti da calci piazzati, i colpi di testa. Una maggiore concretezza in area di rigore, un passaggio in meno, più velocità nell’arrivare al tiro. E già il ritorno di Pasalic ha portato più pericolosità nell’area avversaria, poi a tutti i goleador capita di prendersi una pausa e se Lookman non segna si riprenderà. Lui e Hojlund dovranno trovare un valido alleato in Zapata, che sembra prossimo al rientro, oltre che in Muriel.
Se il risultato non è esaltante, tuttavia l’Atalanta del secondo tempo è viva, non sembra una squadra in crisi: deve di nuovo sbloccarsi e ritrovare il gol e serviranno tutti, una volta si poteva contare molto sugli esterni e la coppia Maehle-Ruggeri ha fatto la sua parte, certo non aiuta il nuovo stop di Zappacosta oltre al lungodegente Hateboer. Il capitolo infortuni è un ostacolo non da poco per la ripresa: si è fermato anche Koopmeiners, ma Gasp assicura che presto dovrebbero rivedersi Zapata, Scalvini e Palomino.
Se davvero poteva essere un vantaggio per l’Atalanta non essere impegnata nelle coppe, speriamo che non lo diventi per le altre. E che non abbia ragione Gasperini quando sostiene, in pratica, che le coppe logorano chi non le gioca.
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