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Il giallo

“I documenti di mio fratello sul corpo trovato a Verdello. Quella telefonata il 5 agosto, poi è sparito” fotogallery

Fotocopia del permesso di soggiorno e passaporto portano a L., marocchino di 44 anni occasionalmente muratore. Tra i segni particolari i "ferretti nelle cicatrici. Se ha litigato con qualcuno? Non lo so, non lo vedo da giugno"

Verdello. Una fotocopia del permesso di soggiorno e il passaporto. Su una cosa, ormai, non sembrano esserci dubbi: i documenti a brandelli e il telefono cellulare trovati vicino al corpo rinvenuto venerdì scorso nel campo di mais a Verdello appartengono a suo fratello. L. (è l’iniziale del nome) ha 44 anni, è di nazionalità marocchina e Noureddine ne ha denunciato la scomparsa da Milano l’11 agosto, sei giorni dopo l’ultima volta che i parenti e la coinquilina lo avrebbero visto uscire di casa “lasciando tutto così com’era” (l’orario, nel verbale di denuncia, è imprecisato).

Le speranze di rivedere vivo il fratello sono ormai ridotte al lumicino, tant’è che alla trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto?’, in preda allo sconforto, Noureddine avrebbe spiegato che il cadavere ritrovato in pessimo di stato di conservazione (mummificato e schiacciato dal passaggio di una o più mietitrebbiatrici) sarebbe proprio quello di L., anche se per la conferma definitiva bisognerà attendere il confronto del dna.

Grazie alla collaborazione del programma specializzato nella ricerca di persone scomparse – e in particolare della redattrice Vanessa Rinaldi -, in attesa di informazioni più chiare siamo riusciti ad ottenere qualche dettaglio sulla vita di L., tutt’ora avvolta nel mistero.

La comunicazione col fratello non è sempre facile e immediata, ma stando a quanto racconta L. lavorava occasionalmente come muratore e da qualche tempo viveva a Milano, anche se non saprebbe indicare chiaramente dove. A quanto pare lui e Noureddine non si vedevano da giugno, ovvero da quando quest’ultimo era partito per un viaggio in Marocco. L’ultima volta che si sono parlati al telefono, invece, sarebbe stata proprio il giorno della scomparsa, ovvero il 5 agosto. Una conversazione, sembra, uguale a tante altre.

Per L. era abitudine contattare quotidiamente lui e la famiglia. “Lo chiamavo ma non rispondeva più”, dice Noureddine, che a quel punto decide di sporgere denuncia fornendo qualche segno particolare utile all’identificazione. Alla redazione di ‘Chi l’ha visto?’, per esempio, parla delle cicatrici sulla clavicola e sul braccio, all’interno delle quali ci sarebbero alcuni “ferretti”, un particolare nuovo.

 

Il fratello non soffriva di particolari disturbi psichici o fisici. Piuttosto, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, avrebbe rimediato un precedente per droga proprio a Bergamo. Roba di poco conto, sottolinea il quotidiano. “Se ha litigato con qualcuno? Non lo so, non lo so” ripete Noureddine, che nei giorni scorsi si è presentato in caserma a Treviglio per parlare con i carabinieri ai quali, tra le altre cose, avrebbe chiesto cosa ci facesse lì il corpo e dove fosse stata agganciata l’ultima cella telefonica del cellulare.

Nel frattempo, all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo è stata eseguita l’autopsia sul corpo. Sulle cause della morte non sarebbero emerse evidenze, ma per avere un quadro completo occorrerà attendere la relazione del medico legale. La procura ha inoltre aperto un fascicolo per omicidio volontario. Non è la sola ipotesi al vaglio degli inquirenti, ma lo scopo è quello di indagare sul caso a 360 gradi.

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