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L'operazione "re leone"

Tentato omicidio di Simba La Rue: in manette il migliore amico di Baby Touché video

I carabinieri di Bergamo lo hanno arrestato all'aeroporto di Malpensa: tornava da una vacanza a Ibiza. È accusato di aver organizzato l'agguato di Treviolo

Bergamo. Tornato dalle vacanze a Ibiza, all’aeroporto della Malpensa ha trovato ad aspettarlo i carabinieri di Bergamo. Ai polsi di un ventenne di origini nordafricane, rapper con la passione per il pugilato, sono scattate le manette per il tentato omicidio in concorso del trapper Simba La Rue.

Quello di sabato pomeriggio è l’ultimo arresto del filone bergamasco della faida tra trapper, quella che è stata ribattezzata “Operazione Re Leone”. Il 20enne era l’ultimo che mancava all’appello, gli altri quattro sono finiti in cella con la stessa accusa nella mattinata di venerdì.

Insieme a lui, a Ibiza, c’era anche il suo migliore amico Baby Touché, il leader della banda padovana, rivale di quella di Simba La Rue.

Secondo gli inquirenti, al pari di Barbara Boscali, fidanzata bergamasca di Simba, anche il 20enne ha avuto il ruolo di mandante e istigatore dell’agguato avvenuto il 16 giugno scorso a Treviolo, dove il trapper è stato colpito con una decina di coltellate.

Dalle indagini dei militati di Bergamo, è emerso come la donna, stanca delle continue vessazioni subite dal compagno, decideva di contattare tramite Instagram l’amico di Touché, riferendogli che avrebbe potuto fargli trovare il fidanzato.

La Boscali, in arte Bibi Santi, era ben a conoscenza della rivalità tra il suo ragazzo e il gruppo di Touché e decideva di contattare il miglior amico di quest’ultimo proprio perché, nelle giornate precedenti, il 20enne arrestato all’aeroporto aveva pubblicato stories su Instagram in cui dichiarava di voler vendicare il sequestro di Touché da parte del gruppo di Simba La Rue.

Il giovane si sarebbe quindi attivato al fine di organizzare l’agguato con alcuni amici di Padova e di Milano. La notte del tentato omicidio, in stretto contatto con la fidanzata di Simba, forniva aggiornamenti in tempo reale circa la posizione del trapper ai tre esecutori materiali che raggiungevano il parcheggio nei pressi dell’abitazione di Bibi Santi in attesa dell’arrivo della Mercedes nera con a bordo l’obiettivo da aggredire.

Ci sono i messaggi via Whatsapp di quella notte, che paiono inequivocabili. “Appena scende prendetelo”, “È sceso o no?”, “Veloce adesso, vieni adesso”, “È ancora in auto”, “Non fatevi vedere. Appena arriva il Mercedes dimmi che parto spedito”, “Sono a un minuto da voi, sto controllando”, “Controllate se arriva il Mercedes”, “Siamo tutti intorno al parcheggio”.

Il ventenne, sottoposto a ordinanza di custodia cautelare, si sarebbe avvicinato, in compagnia di un amico, alla Provincia di Bergamo quella notte, senza mai raggiungere il comune di Treviolo, probabilmente per non essere direttamente collegato all’aggressione contro Simba, da lui stesso orchestrata.

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