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L'intervento

RSA, Carnevali (PD): “La Regione trasferisca i 10,8 milioni di euro ricevuti dallo Stato”

In arrivo dal Ministero altri 3,3 milioni di euro”

Roma. L’onorevole Elena Carnevali del Partito Democratico interviene in merito al dato condiviso dall’Osservatorio Cisl relativo al rincaro delle rette delle RSA in Bergamasca e al dibattito conseguentemente scaturito.

“Mantenere standard qualitativi adeguati a garantire il miglior livello di assistenza e cura delle persone ospiti nelle RSA o nei servizi diurni è l’obbiettivo prioritario che ogni struttura deve perseguire come mission fondamentale – afferma l’on. Carnevali – . Le residenze sanitarie assistenziali sono state i presidi di salute che più hanno avuto conseguenze dall’impatto dell’epidemia da Covid, dalla riduzione dell’occupazione di posti letto per assolvere alle prescrizioni di prevenzione della epidemia, dal processo di riforme attuate a livello nazionale e regionale. Basti pensare al “travaso” di professionisti sanitari nelle ATS o nelle ASST dopo il riconoscimento della figura dell’infermiere di famiglia e comunità o dalle variegate opportunità di assunzione da parte delle aziende ospedaliere. L’impatto sul bilancio delle RSA, frutto delle trasformazioni delle ex IPAB, si è fatto sentire maggiormente. Anche per questa ragione, nel Decreto Ristori Bis – con un emendamento da me presentato – abbiamo stanziato 40 milioni di euro; mentre con il decreto di riparto del Ministro della Salute del 29/9/21 la regione Lombardia ha ricevuto dallo Stato 10,8 milioni da assegnare alle RSA e servizi alla persona, quale contributo per l’acquisizione dei dispositivi di protezione medicali ed altre attività rese. Ad oggi, dei 10,8 milioni assegnati, non è arrivato un euro nelle casse delle RSA ed è urgente che si trovi rimedio al mancato trasferimento dopo quasi 7 mesi”.

“Oltre a queste risorse, nel decreto Covid 73/21 sono stati destinati altri 60 milioni di euro per rafforzare il Fondo Straordinario per il Sostegno degli Enti del Terzo settore. Di questi, 20 milioni di euro – con mio emendamento – sono diventati risorse a fondo perduto per coloro che svolgono servizi per anziani non autosufficienti (RSA) e disabili – prosegue la parlamentare bergamasca -. Dei 20 milioni destinati alla regione Lombardia, con decreto interministeriale del 20/1/22, altri 3,3 milioni di euro sono dedicati agli enti e, da maggio 2022, sarà finalmente pronta la piattaforma del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a cui fare istanza per la richiesta. Si può sempre fare di più sulla questione RSA, ma penso che non siamo stati distratti. L’impatto dei costi energetici è rilevante anche per le RSA, ma, per il momento, gli emendamenti presentati non hanno avuto successo, perchè l’impegno del Governo e Parlamento si è concentrato sul sostegno alle imprese e famiglie. Nonostante questo, io continuo a credere che sia necessario intervenire nel breve termine, se non vogliamo far ricadere sulle famiglie le conseguenze degli ulteriori aumenti delle rette RSA”.

“Ritengo inoltre che sia opportuno interrogarci su quale ruolo vogliamo affidare alle RSA nel processo di riforma dell’assistenza territoriale. Nella stragrande maggioranza delle strutture c’è un grande bagaglio di cultura clinico-assistenziale, di sostegno alle famiglie e pazienti, di risposta ai bisogni degli anziani (al loro domicilio e di integrazione con le comunità) – conclude -. Marginalizzare queste strutture “nel loro recinto” sarebbe miope, mentre vanno considerate come parte integrante della rete dei servizi destinati al sostegno della domiciliarità, della cronicità e non autosufficienza e della continuità assistenziale”.

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