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Tavernola e parzanica

Frana, la Regione sospende le attività esplosive nella miniera Ca’ Bianca

Al cementificio viene concesso di riprendere l’attività, ma senza scavare

Tavernola. I dati, alla fine, hanno fatto tornare Regione Lombardia sui propri passi: non ci sarà nessuna autorizzazione alle attività esplosive nella miniera Ca’ Bianca di Parzanica, almeno per adesso.

È quanto è emerso venerdì nell’incontro di presentazione sugli esiti dei test esplosivi condotti nella cava a fine ottobre.

L’approfondimento del team del professor Casagli ha ribadito infatti la correlazione tra le volate e il movimento della frana del Monte Saresano, spingendo così Regione Lombardia a far applicare quel “principio precauzionale” indicato sin dall’inizio dagli esperti.

Nei fatti, al cementificio viene concesso di riprendere l’attività, ma senza scavare. Per quanto tempo non è possibile saperlo. Sembra, tuttavia, che le volate non saranno autorizzate finché la frana non raggiungerà la velocità con cui si muoveva prima dello scorso febbraio, nel momento dell’accelerazione più preoccupante.

Le prescrizioni degli studiosi in realtà suggerirebbero di sospenderle “almeno fino all’esecuzione dei lavori di stabilizzazione già discussi nella relazione preliminare”, si legge nel documento stilato dalle tre università. Intanto il cementificio ItalSacci non ha presentato alcun piano lavori per il 2022 (forse immaginando che non sarebbe stato approvato sulla base dei dati).

E così, dopo mesi di insistenze, amministratori e cittadini del lago d’Iseo hanno guadagnato un po’ di tranquillità.

Il sindaco di Tavernola Joris Pezzotti esprime soddisfazione: “È indubbiamente un buon risultato. Come avevamo fatto notare, le precipitazioni e gli eventi sismici non si possono fermare, mentre l’attività mineraria è una delle concause della frana”.

Di revoca delle concessioni minerarie a quanto pare non se ne parla: le esplosioni sono scongiurate, ma non eliminate dal raggio delle possibilità. Anche nel caso in cui la società dovesse trovare una via alternativa per reperire la materia prima però (facendola arrivare nello stabilimento da terzi magari) l’attività, stando alle indicazioni uscite dal vertice, non ripartirebbe in automatico ma previa autorizzazione della Regione.

Nel frattempo restano dei punti ancora oscuri.

Manca innanzitutto un riscontro sulla possibilità di poter attuare la procedura di Via, la Valutazione d’impatto ambientale, da tempo richiesta dal sindaco di Tavernola. Ma in particolare preoccupano i rifiuti stoccati all’interno del cementificio e che potrebbero finire nel lago nel caso di collasso della frana.

L’impegno degli attori lacustri sul tema continua, come conferma un importante appuntamento previsto per i prossimi giorni: “In settimana – spiega Pezzotti – si riunirà il G16 per discutere e valutare eventuali proposte.

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