Bergamo. “Monterosso è diventato un quartiere morto: non c’è più niente e mancano tutti i servizi”.
Con questa premessa è nato il comitato di quartiere “Monterosso Vivo”: comitato apolitico, “per evidenziare all’amministrazione comunale, le problematiche che ci affliggono e per trovare presto una soluzione alla desertificazione del quartiere”, spiega la presidentessa Patrizia Panarese.
“Sono qui, a Monterosso, da quando sono bambina e un tempo il quartiere aveva tutto: era vivo e popolato. Ora, invece, è morto non c’è più niente. Manca un supermercato: il più vicino è lontano chilometri, tanto che molto spesso noi abitanti ci attrezziamo per accompagnare gli anziani che non sono automuniti. Manca un’ edicola, una biblioteca. L’ufficio postale c’è ma è aperto tre volte a settimana con un solo sportello. Ci hanno tolto la banca, senza lasciarci nemmeno un bancomat: così, per prelevare, bisogna andare fino in Borgo Santa Caterina o Redona”, spiega Panarese, storica abitante della zona.
Storie di quartiere a Bergamo ormai note che raccontano di zone della città lasciate, forse, troppo ai margini in favore del centro cittadino. Dal mese di marzo, ad esempio, si parla della chiusura dell’unico supermercato di un altro quartiere cittadino, la Malpensata, che ha privato di un servizio fondamentale specialmente i cittadini più anziani, con ancora molto lontana una prospettiva di acquisizione dell’ex Despar così da ridare vitalità alla zona. Senza tralasciare le lotte quotidiane di Boccaleone contro il treno per l’aeroporto di Orio che taglierebbe in due il quartiere e le lamentale del quartiere di Longuelo, recentemente privato senza preavviso, di un presidio medico.
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“Quello che noi chiediamo sono azioni immediate per poter far tornare questa parte della città viva come era un tempo. E sicura, anche, con l’istituzione di vigili di quartiere: numerose, infatti, sono da parte dei cittadini difficili segnalazioni di spaccio”, ha concluso la presidentessa del comitato.
E, mentre il gruppo ha comunicato di essersi attivato con una raccolta firme da indirizzare all’amministrazione comunale, Palafrizzoni ribadisce di essere sempre disponibile all’ascolto e di aderire alle reti di quartiere: “Luogo idoneo e giusto per essere sempre aggiornati e discutere, aperto a tutti”, hanno dichiarato.
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