• Abbonati
L'analisi

Nessun tiro in porta: quello di Livorno è un ko che deve far riflettere

Quella del Picchi potrebbe essere considerata una delle partite più brutte degli ultimi anni per gli uomini di Colantuono. Che a fine partite se l'è presa con l'arbitraggio per la mancata espulsione di Emerson.

di Luca Bassi

Anche quando giochi contro squadre considerate – almeno sulla carta – inferiori alla tua puoi perdere. Ci sta, fa parte del gioco del calcio. Ma c’è modo e modo di perdere. Puoi perdere combattendo fino in fondo, provandoci in ogni modo, uscendo dal campo a testa alta. Oppure puoi scendere in campo dando l’impressione di essere lì perché obbligato e farti dominare dagli avversari, anche se questi sono – sempre sulla carta – inferiori a te.

L’Atalanta vista in campo a Livorno è sembrata una lontanissima parente di quella squadra che nelle ultime settimane ci aveva abituato a grandi cose. Dopo l’avvio di stagione zoppicante, Colantuono aveva fatto quadrare il cerchio cambiando il modulo e tornando al vecchio e caro 4-4-1-1, con Maxi Moralez rispolverato dopo tanto, troppo tempo. I tifosi erano così tornati a vedere un undici ben messo in campo, capace di lottare contro tutto e contro tutti. E anche a Genova, nonostante l’amaro ko, la squadra era piaciuta parecchio perché scesa in campo con voglia e determinazione.

Al Picchi, invece, è stato il festival dell’involuzione. Tanti i punti su cui riflettere, a partire dall’incredibile leziosità che ha caratterizzato il gioco dei nerazzurri. A dirlo sono i numeri: l’Atalanta ha fatto suo il possesso palla con un netto 58% ma poi là davanti ha costruito poco o nulla, creando zero palle-gol e non riuscendo a fare nemmeno un tiro in porta. Paradosso dei paradossi.

In mezzo al campo è mancata la luce di Cigarini, forse trascinato dalla giornata-no di un Carmona che, al 34′ del primo tempo, ha pensato bene di complicare ancora di più le cose con una scivolata che poteva quantomeno evitare (perché già ammonito e richiamato), mentre sulle fasce Del Grosso e Raimondi (solitamente tra i migliori in campo) hanno sofferto molto e creato poco contro avversari non certo irresistibili quali Mbaye e Gemiti.

L’attacco ha avuto pochissimi palloni giocabili e quei pochi li ha sprecati nel peggiore dei modi, con un Livaja sostituito dopo 40′ di niente che è stato pure capace di infuriarsi per il cambio.

Certo, la lista degli infortunati lunga quanto quella della spesa del sabato pomeriggio non ha agevolato il compito di Colantuono, che dopo la gara con l’Inter si è trovato a dover ridisegnare la difesa partendo da zero. Ma non ci si può attaccare a questo, non dopo la gara disputata col Livorno: perché i problemi, se proprio vogliamo dirla tutta, non hanno riguardato la difesa ma l’attaggiamento della squadra.

Il tecnico di Anzio nel dopo-partita se l’è presa con l’arbitraggio di Russo. Sacrosante le lamentele, ci mancherebbe (l’espulsione di Emerson poteva anche starci), ma dopo una prestazione così un allenatore dovrebbe prima di tutto capire perché la sua squadra si sia presentata in campo in uno scontro diretto in quel modo. Poi, al massimo, potrebbe pensare all’arbitro.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
leggi anche
Stendardo squalificato un turno, 8mila euro di multa all'Atalanta
Giudice sportivo
Materiale pirotecnico in Curva Nord: 8mila euro di multa all’Atalanta
Stefano Colantuono disperato
Serie a
Atalanta inesistente, a Livorno decide tutto una perla di Paulinho
Marko Livaja, male anche a Livorno
Le pagelle
Carmona, che frittata Livaja una furia solo fuori dal campo
Stefano Colantuono, tecnico nerazzurro
L'intervista
La rabbia di Colantuono: “Fatto tutto noi Emerson? Da rosso”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI