E’ alta tensione all’interno del Partito democratico sulle regole proposte per le primarie. Il doppio turno e l’albo degli elettori non convincono il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che si chiede perché “non vadano bene le regole del passato quelle che andavano bene quando hanno vinto Prodi, Veltroni, Bersani”. I bersaniani invece rivendicano la modifica allo statuto che permetterà allo stesso Renzi di sfidare il segretario nazionale. Il segretario regionale del Pd, il bergamasco Maurizio Martina, bersaniano, commenta: “Davvero non capisco perché ci siano tutte queste preoccupazioni da parte di Matteo Renzi sulle regole per le primarie. Stiamo parlando di norme di buon senso che si usano ovunque. Sugli Albi, ad esempio, non capisco dove stia il problema, dato che ovunque nel mondo ci sono questi strumenti a garanzia della credibilità stessa della primaria. Lo dobbiamo innanzitutto ai cittadini che parteciperanno. Sarebbe bello, quindi, evitare polemiche inutili”.
Marcello Saponaro, che in campagna elettorale si è schierato al fianco di Renzi, invoca invece regole meno escludenti possibili. “La cosa inaccettabile – spiega – è che queste regole diventino sempre più burocratiche, stringenti ed escludenti man mano che Matteo Renzi cresce nei sondaggi. Si stanno inventando il ritiro del certificato il giorno prima, clausole che servono esclusivamente a ridurre i partecipanti. Non stiamo parlando di normali regole che il centrosinistra e il Pd ha sempre utilizzato. Sono norme esclusive per frenare la crescita di Matteo Renzi”.
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