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Yara, odissea per Fikri La famosa traduzione è da rifare? fotogallery

Il legale della famiglia di Yara Gambirasio ha chiesto una nuova traduzione che metta la parola fine sulla telefonata che incriminò l'operaio marocchino.

Non è ancora calato il sipario sul destino di Mohammed Fikri, il marocchino coinvolto e (unico) indagato nell’inchiesta per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio. L’archiviazione lunedì è saltata e proprio perché la famosa o famigerata telefonata, quella che, in una prima traduzione ("Allah perdonami, non l’ho uccisa io")  l’aveva fatto apparire come direttamente coinvolto nell’assassinio della ginnasta di Brembate di Sopra, per i legali della famiglia Gambirasio va rivista ancora una volta.

L’intercettazioe risale al 3 dicembre 2010 dopo che Yara era scomparsa da una settimana. Fikri borbottò qualcosa tra sè e sè e, secondo altri quattro interpreti disse invece "Allah, ti prego, fa’ che risponda".

Così, dopo quasi due anni di versioni e controversioni, l’avvocato dei famigliari Enrico Pelillo ha chiesto che l’intercettazioer venga di nuovo ascoltata e tradotta da un esperto laureato presentatando una istanza al gip Ezia Maccora

La decisione del giudice è attesa entro il 4 ottobre.

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