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Governatore

Formigoni non molla: “Solo vagonate di fango”

È stata una giornata di riflessione sabato per Roberto Formigoni, che sta partecipando agli annuali esercizi spirituali di Cl a Rimini. Ma anche lì è arrivato l'eco della bufera che lo ha investito negli ultimi giorni per i viaggi e le vacanze che gli avrebbe pagato Pietro Daccò.

È stata una giornata di riflessione sabato per Roberto Formigoni, che sta partecipando agli annuali esercizi spirituali di Cl a Rimini. Ma anche lì è arrivato l’eco della bufera che lo ha investito negli ultimi giorni per i viaggi e le vacanze che gli avrebbe pagato Pietro Daccò, coinvolto (e arrestato) nelle inchieste sul San Raffaele e sulla Maugeri. E lui ha detto di aver sentito «un abbraccio, come sempre» del movimento. «Siamo qui in silenzio – ha spiegato – ma molti mi hanno dato pacche sulla spalla, strette di mano. La mia gente ha capito l’attacco contro di me e contro la modalità di governare». Luigi Amicone, il direttore della rivista Tempi a cui ieri ha scritto una lettera di spiegazione dicendo di non aver tenuto le ricevute dei viaggi, ha definito «convincente» la risposta del governatore. E un leader storico del movimento come Giancarlo Cesana – sottolineando che Cl «non è una lobby» – ha ricordato che «Formigoni è uno che rappresenta il mondo di Cl da anni e in quello che ha fatto c’è anche molta positività». Non dà a vedere di essere abbattuto il presidente, anzi, dice di stare «bene, come sempre». «La valutazione – ripete – è che in questi giorni c’è un attacco politico e mediatico senza fondamento». E «quando ti tirano vagonate di fango – sintetizza – ti sale l’adrenalina». Le critiche non sono certo mancate nemmeno oggi, per lo più da parte di politici cattolici, ma non solo. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha detto che «non si può stare al potere più di un certo periodo, altrimenti il rischio è di guardare più al potere che ai bisogni dei cittadini». E Rosy Bindi, in Lombardia per una serie di appuntamenti elettorali, ha attaccato pesantemente il presidente della Regione dicendo che «chi lavora tutti i giorni non ha tempo per le vacanze, neanche sotto Natale, e non corre certo il rischio che qualcuno gliele paghi né che perda le ricevute». Ma la vera stoccata, più che sui viaggi, è sul sistema regionale. «Credo che Formigoni – ha aggiunto la presidente del Pd – abbia messo su un impero che penso sia orientato alla corruzione e all’annidamento delle speculazioni» ha detto, scatenando la reazione del presidente. «Ha sbagliato questo non è un impero ma una democrazia – ha risposto Formigoni – e non penso che creda neppure lei creda a ciò che ha detto. Un avversario politico dovrebbero rispettare l’altro e riconoscere le nostre vittorie ottenute con largo consenso». Un consenso che deriva dall’apprezzamento per il governo della Regione che ha «indici di eccellenza ed efficacia primi in Italia». E se consenso c’è a livello elettorale, Formigoni lo sente anche in Cl, da cui non si sente abbandonato. «La mia gente – ha sottolineato – ha capito l’attacco contro di me e la modalità di governare che mette al centro la sussidiarietà e la persona. I miei amici non intendono cedere, come non intendo cedere io e non intende cedere il Pdl»

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