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Tutti a cena dopo il Meeting Cl, le spese pazze di Daccò

Vi proponiamo questo articolo pubblicato su La Repubblica che rivela le spese pazze di Pierangelo Daccò, "l'uomo delle pubbliche relazioni" coinvolto nell'inchiesta della Fondazione Maugeri.

Vi proponiamo questo articolo pubblicato su La Repubblica che rivela le spese pazze di Pierangelo Daccò, "l’uomo delle pubbliche relazioni" coinvolto nell’inchiesta della Fondazione Maugeri.

L’unica spesa da comune mortale sono 199 euro all’Ikea di Corsico, comune alle porte di Milano. Per il resto, una sfilza di conti da hotel e ristoranti che evocano cene pantagrueliche e notti da nababbi. Come i 26.582 euro liquidati il 21 dicembre 2006 a Sadler, tempio dell’alta cucina milanese dopo averne spesi altri diecimila per l’acquisto di gioielli Cartier. La vita da "uomo di pubbliche relazioni" – come i testimoni nell’inchiesta sulla fondazione Maugeri descrivono il mestiere che faceva Pierangelo Daccò – è assai dispendiosa. Il faccendiere che pagava i viaggi all’estero di Roberto Formigoni e familiari e copriva le spese dello yacht su cui veleggiava il governatore ha sborsato più di due milioni di euro, per lo più in colazioni di lavoro e alberghi.

L’ipotesi corruzione I pm Orsi, Pastore, Pedio e Ruta stanno analizzando le sei carte di credito sequestrate dalla polizia giudiziaria all’ex consulente del San Raffaele. Il sospetto è che tutte quelle uscite possano essere servite per un’attività di lobby non sempre cristallina. Daccò, interrogato ieri dal gip Vincenzo Tutinelli, non è accusato di aver corrotto ma di reati come l’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio. La sensazione di Giampiero Biancolella, l’avvocato che ha assistito all’interrogatorio è che "all’interrogatorio fosse presente un convitato di pietra: il reato di corruzione".

Tutti a cena dopo i meeting Cl Le elargizioni servivano a ingraziarsi pezzi grossi della sanità lombarda? I magistrati se lo chiedono. Certo, non è da tutti spendere in un giorno solo 9.300 euro per il vitto: 2.200 per il pranzo, 7100 per la cena. E 4mila euro all’enoteca Azara, ad Arzachena, paiono un po’ eccessivi, così come i 1200 euro per Gianni Pedrinelli, a porto Cervo. Il picco degli esborsi coincide con i meeting di Comunione e Liberazione, l’organizzazione che lega Daccò, Formigoni e molti altri personaggi di questa storia come l’ex assessore Dc Antonio Simone, anche lui arrestato. Il 26 agosto 2009, per esempio, Daccò spende 15mila euro al ristorante Lo Squero di Rimini e 3mila all’hotel Le Meridien. In quel giorno è in corso il meeting di Cl e Formigoni è, come al solito, l’anfitrione eccellente.

Da Cassinetta al Billionaire Distinguere cosa sia voluttuario e cosa sia legato a impegni di lavoro è difficile, in molti casi. Come per i tremila euro spesi il 10 agosto 2008 al Billionaire, la discoteca di Flavio Briatore simbolo della dolce vita sarda. Improbabile, però, che le frequenti cene all’Antica Osteria di Cassinetta di Lugagnano – per una delle quali, il 26 maggio 2008, il conto è di 12mila euro – fossero sempre rimpatriate fra amici. Lo stile di vita di Daccò porta a escludere che i 4.217 euro da lui spesi in un negozio di liquori a Levanto siano serviti a fare scorte personali di Sciachetrà, il passito delle Cinque Terre.

Le delibere in anteprima Per i pm quegli estratti conto significano che Daccò più che darsi ai bagordi investiva. In cosa? Una delle possibili chiavi potrebbero essere le parole di Costantino Passerino, il manager della Maugeri in carcere a San Vittore: "Daccò è un personaggio con cui chi svolge attività nel settore sanitario in Lombardia deve avere relazioni perché è risaputo che ha moltissima influenza nell’assessorato alla Sanità ed è un uomo molto importante in Cl, in particolare per i suoi rapporti con il presidente della Regione". Così potente che il ras del Pdl a Pavia, l’ex Dc Giancarlo Abelli, "l’uomo politico – dice Passerino – forse più influente in Lombardia per la sanità", glielo descrive come "una persona importante perché vicina al presidente Formigoni". Stessa indicazione, aggiunge il manager, gli arrivò da "diversi direttori generali di strutture sanitarie lombarde". Al punto che "intesi che era opportuno, se da lui richiesto, intraprendere operazioni economiche e imprenditoriali con le società da lui presentate". Anche perché "Daccò era in grado di avere in anteprima informazioni sulle decisioni che sarebbero state deliberate in giunta". E cosa c’è di meglio di un pranzo da Cracco per avere soffiate che possono valere centinaia di migliaia di euro?

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