"Sono passati dodici anni dalla mia presenza a Bergamo come prefetto, parlare di mafia al Nord allora sembrava fantascienza. Oggi tutto è cambiato, quel cancro si è diffuso, ma c’è anche la consapevolezza generalizzata del fenomeno, c’è la forte volontà di reagire, da parte nostra ci sono il massimo impegno e la determinazione”. Per il ministro Anna Maria Cancellieri la firma del protocollo di legalità fra le prefetture, Confindustria Lombardia, sindacati dell’edilizia, l’Ance regionale e il gruppo Italcementi avvenuta oggi (26 marzo) nella sede di Confindustria Bergamo, è un passo importante per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’economia del nord. “Faremo norme ancora più aggressive ed efficaci per contrastare il fenomeno – ha aggiunto – ma in questa lotta per garantire nelle attività produttive i principi di libertà di impresa e della concorrenza leale ci deve vedere uniti”.
Il patto, firmato dopo un dibattito nella sede confindustriale su “Protocolli di legalità, white list e rating” e basato sul Codice antimafia Italcementi e sul protocollo di legalità firmato fra il ministero dell’interno e Confindustria, prevede regole stringenti di qualificazione di dipendenti e fornitori, l’estensione degli impegni per le imprese subcontraenti e affidatarie, il monitoraggio dei clienti e la chiusura di rapporti commerciali a rischio, lo scambio di dati con le prefetture, la tracciabilità finanziaria, la collaborazione con associazione imprenditoriali e sindacati per la tutela della sicurezza del lavoro e dell’ambiente, il supporto legale del personale che segnala pressioni di natura criminale.
Procedure già sperimentate sul campo da Italcementi e Calcestruzzi, elaborate dopo le disavventure giudiziarie di qualche anno fa, che vengono ora fatte proprie dall’area a più alta vocazione industriale del paese. Italcementi si è anche dotata di un gruppo legalità, coordinato da Cono Federico, già prefetto di Bergamo.
Agostino Nuzzolo, direttore affari legali Italcementi, ha insistito sull’importanza della condivisione delle informazioni e del coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e di Confindustria per far crescere il dibattito sugli strumenti più opportuni di prevenzione che vadano oltre il certificato antimafia, superato dai fatti. In particolare si pensa ad un rating triennale con tre livelli di incentivi per far crescere le aziende che dimostrano capacità di organizzarsi.
Il documento, come ha rilevato Alberto Barcella, presidente di Confindustria Lombardia, mette a disposizione di tutte le imprese un modello puntuale, “costato fatica e sacrificio, in un momento difficile per la società, a cui non è mancata la nostra solidarietà. E’ giusto – ha proseguito – che l’impegno per prevenire le infiltrazioni mafiose sia percepito come una condizione essenziale per rimanere la principale locomotiva del paese e rafforzare l’attrattività per gli investimenti. Questi impegni devono però essere riconosciuti da meccanismi premianti come i rating. Confindustria Lombardia insieme ad Ance Lombardia sta facendo molti sforzi per informare e responsabilizzare le imprese e molte territoriali, come Confindustria Bergamo e Assolombarda, sono già in prima fila. Ci sarà inoltre la firma in un futuro vicinissimo di un avviso comune insieme a Cgil, Cisl e Uil sulla legalità. E’ indubbio, e ormai c’è piena consapevolezza, che la ricchezza del nord ha attratto la criminalità che opera in maniera subdola. I protocolli sono un segnale importante, ma ci sono alcuni limiti dovuti al fatto che non tutte le imprese sono strutturate per definire una governance così precisa e hanno la forza di rinunciare a business “avvelenati”, per questo è importante che vengano rafforzati da dispositivi legislativi”.
Fare fronte comune crea fiducia, ha rilevato anche Carlo Mazzoleni, presidente di Confindustria Bergamo, in apertura del convegno che ha sottolineato come l’impegno di Italcementi sia stato diretto ispiratore di buone prassi per Confindustria Bergamo, ora è impegnata nel progetto sfidante del bilancio di sostenibilità aggregato.
La parola d’ordine è insomma quella della prevenzione, perché, come ha sottolineato Anna Canepa, sostituto procuratore alla direzione nazionale antimafia, “quando c’è l’azione giudiziaria il danno è già esteso”.
Il magistrato ha evidenziato come il “ciclo del cemento” si è confermato la via maestra del crimine organizzato nell’economia. “L’intervento della magistratura arriva quando il fenomeno è già penetrante, quindi è fondamentale prevenire con azioni coerenti e sinergiche che favoriscano la legalità anche perché conveniente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda i sindacati, presenti con Domenico Pesenti, segretario generale Filca Cisl, e Walter Schiavella, segretario generale Fillea Cgil, secondo i quali è fondamentale fra crescere e condividere la cultura della legalità, soprattutto in tempi di crisi, anche se pratiche come quella delle gare d’appalto al ribasso non aiutano.
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