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Cronaca

Volevano distruggere la casa anti-mafie: arrestati in ventisette

Le parole del Presidente bergamasco del Centro Studi contro le mafie - Progetto San Francesco, recentemente finito nel mirino della ‘ndrangheta di Mariano Comense.

La reazione di quei delinquenti dimostra una cosa: “Che quella villetta è da loro considerata un pericolo, poiché rappresenta la sfida visibile della legalità all’illegalità, dello Stato all’Anti-Stato”.

Queste le parole di Battista Villa, Presidente bergamasco del Centro Studi contro le mafie – Progetto San Francesco, recentemente finito nel mirino della ‘ndrangheta.

Obiettivo del clan di malavitosi era la sede di Cermenate, in provincia di Como: bene immobile confiscato alla mafia e diventato un punto di riferimento della lotta per la legalità.

Un simbolo dell’antimafia intitolato alla memoria di Giorgio Ambrosoli – l’avvocato freddato nel 1979 dalla criminalità organizzata – e assegnato alla custodia di Padre Garau, presidente dell’Associazione Jus Vitae di Palermo. Una presenza fastidiosa, che ha finito per attrarre l’occhio vigile e imperturbabile della ‘ndrangheta.

Un errore da correggere, preferibilmente a colpi d’esplosivo. Questo il piano di uno degli arrestati nell’ultima operazione contro la malavita organizzata presente sul territorio comasco e sventata grazie ad un’intercettazione ambientale dei Carabinieri: ventisette le persone arrestate lo scorso 18 febbraio, undici delle quali accusate di essere affiliate alla locale della ‘ndrangheta di Mariano Comense.

Ma il Presidente del Centro Studi non si perde d’animo: “Il Progetto San Francesco è un’associazione di promozione sociale nazionale, un movimento culturale a sostegno del sindacato, della responsabilità sociale, della contrattazione e del contrasto alle mafie nel mondo del lavoro”.

Promosso da Cisl e Sindacato di Polizia Siulp, mira al rafforzamento delle relazioni istituzionali dei sindacati con le Prefetture, le Questure e i differenti uffici del Governo del territorio coinvolti nella prevenzione e nella sicurezza dei luoghi di lavoro, nel welfare territoriale, nelle scelte di politiche dello sviluppo. Attraverso la formazione permanente e la collaborazione con tutti i protagonisti sociali, altre associazioni, sindacato e imprese, il PSF promuove la cultura della giustizia e della lotta alle mafie come strumento strategico per la costruzione di un welfare della legalità.

“Noi siamo lo Stato, e non molleremo di un centimentro”, continua Villa. “Sono dell’idea che se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto”, commenta citando Don Pino Puglisi: presbitero siciliano ucciso da Cosa nostra il giorno del suo 56º compleanno.

Nel frattempo, Cisl Lombardia, attraverso una nota, “conferma e rilancia con più forza e convinzione il proprio impegno nell’ambito del progetto San Francesco e delle sue iniziative per promuovere la cultura della legalità e sostenibilità. Un obiettivo perseguito con forza e da tutte le unioni sindacali territoriali Cisl in Lombardia”.

 

 

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