E’ stata bollata come truffa culturale dal ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini eppure la Regione Lombardia ha deciso di intervenire “sulle autorità scolastiche a livello regionale e provinciale perché vengano ritirati dalle scuole libri e materiali che promuovono la cosiddetta teoria del gender”. La mozione è stata approvata dal Consiglio con i voti della maggioranza. Contro, invece, le opposizioni Pd, Patto Civico e M5S, che hanno parlato di "disinformazione" appellandosi alla circolare del Miur che ha spiegato la non fondatezza della cosiddetta “teoria del gender”.
Il presidente del gruppo Forza Italia Claudio Pedrazzini dopo l’approvazione della mozione ha vulto sottolineare che "il vero rispetto per la persona si realizza pienamente soltanto quando sono chiare le differenze che la natura umana riesce a contemplare. Altrimenti in gioco c’è soltanto una forma di propaganda strumentale e di bassa lega. Sentiamo il compito di tutelare i nostri ragazzi, soprattutto i più giovani, che sono i più indifesi". Mentre Luca Del Gobbo, capogruppo del Ncd, ha spiegato che "l’allarme proviene, anche dal mondo scientifico e non va sottovalutato. A queste teorie si affianca l’accanimento nei confronti della positività della famiglia naturale, un soggetto educativo insostituibile, anche e soprattutto in ambito scolastico". Dure repliche dall’opposizione, con Lucia Castellano (Patto Civico) che parla di "una mozione ignorante e oscurantista, che propina lo spauracchio di una inesistente teoria gender per colpire di fatto le unioni civili, la parità di genere, i diritti delle persone omosessuali. Un documento irricevibile". La vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi, del Pd, bolla la mozione della Lega "una mozione inutile, illogica e dannosa, basata su una premessa falsa. La teoria gender non esiste – ha aggiunto – esistono studi di genere che sono tutt’altra cosa. Non c’è alcuna normativa approvata in Parlamento che introduce nella scuola questa fantomatica teoria, c’è solo la promozione della parità tra i generi, la lotta alla discriminazione e agli stereotipi che anche nell’aula consiliare si sentono enunciare troppo spesso". Critici anche i Cinque Stelle che hanno votato contro la mozione. "In Consiglio regionale – ha detto la consigliera Paola Rocchi – la Lega Nord sta perdendo tempo a spese dei lombardi. Si insiste nel parlare di una teoria inesistente: è un’enorme montatura utile a fare terrorismo psicologico che confonde elementi come il rapporto tra sessi, la pianificazione familiare, l’educazione sessuale a scuole e le nuove famiglie Lgbt che meritano diritti".
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