• Abbonati
Economia

Massiah, Ubi: “Bene, ma non ancora soddisfatti”

Dott. Massiah, come valuta i risultati del primo semestre di UBI Banca? Quali sono gli aspetti principali (sia positivi che negativi) su cui porre l’attenzione?
“Diciamo subito che sono i migliori risultati semestrali dal 2009. Questo non ci permette peraltro di essere soddisfatti e satolli di quanto avvenuto perché, se da un lato abbiamo dimostrato di essere capaci di contenere ulteriormente i costi, di avere un ragionevole controllo dei crediti e di avere
una buona capacità commerciale per quanto riguarda la parte commissionale, non stiamo ancora andando sufficientemente bene per quanto riguarda il margine di interesse. Facciamo fatica sia a sviluppare ulteriori impieghi che a mantenere i prezzi in un contesto concorrenziale particolarmente elevato.
Quindi riassumendo: bene, dal 2009 ad oggi è la prima volta che si sfonda la barriere dei 130 milioni in un semestre, però contemporaneamente ricordiamoci che sono ancora risultati da crisi in un contesto in cui si sta ancora uscendo dalla crisi e manteniamo particolare focus sul nuovo
sviluppo di impieghi e sui tassi che dobbiamo tenere con la clientela”.
Abbiamo visto le vostre iniziative nel Digital Banking; quali saranno le vostre strategie future in merito?
“Il Digital Banking ormai non è più un’opzione, il Digital Banking è qualcosa che dobbiamo fare, che stiamo facendo e che continueremo a fare con il massimo degli investimenti possibili perché è semplicemente un modo come un altro di interfacciarsi con la banca. Conseguentemente continueremo ad evolvere nella capacità di generare nuova tecnologia per i pagamenti P2P, cioè per i pagamenti tra privati attraverso il telefonino, sia perché andremo a sviluppare ulteriormente soluzioni sulle carte, sia perché stiamo continuamente mantenendo l’online banking, sia perché ormai la nostra pagina face book è frequentata da ben più di 100.000 persone, sia perché complessivamente c’è una continua evoluzione del mercato che noi non possiamo non seguire, e che ci piacerebbe qualche volta guidare”.
Quali sono le sue aspettative per fine 2015?
“Direi che dobbiamo accelerare ulteriormente sul ritmo che stiamo seguendo, come ho già detto prima dobbiamo essere capaci di sviluppare ulteriormente gli impieghi, tenendo comunque sotto controllo la qualità del credito e i costi. Se sapremo muoverci in tal senso, sono abbastanza
ottimista sui risultati finali”.
Aggregazioni. Quali criteri vi orientano nella scelta di un’eventuale banca partner?
“E’ molto importante ricordarci tutti che non è vero che una aggregazione è necessariamente positiva. Bisogna ricordarsi che oltre il 50% delle aggregazioni, in qualunque settore industriale, non hanno prodotto generazione di valore, ma al contrario hanno distrutto valore. Quali sono state le aggregazioni che hanno avuto caratteristiche positive? Quelle che hanno avuto delle regole molto chiare di ingaggio dall’inizio, dove erano stati perfettamente individuati dall’inizio i problemi e le soluzioni possibili e dove c’è stata una linearità di governante; devo anche dire che le aggregazioni fra banche forti sono quelle che hanno funzionato meglio. Ora le possibili aggregazioni funzioneranno sotto regole nuove, perché non ci sono mai state fino ad oggi operazioni nel nostro mercato che dovessero tenere conto dei nuovi coefficienti di capitale, dei nuovi coefficienti di liquidità, della leva e di uno stato dei crediti particolarmente complesso. Quindi quello che mi sento di dire è: noi pondereremo attentamente; non dobbiamo: possiamo;
sceglieremo solo a condizioni che le regole siano estremamente chiare e creino valore per tutti noi”.

Più informazioni

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI