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“Pagazzano, la leggenda”, mostra di Salvatore Attanasio

Evento Terminato

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Pagazzano. Dal 2 marzo al 7 aprile 2024 il Castello Visconteo di Pagazzano ospiterà la mostra “Pagazzano, la leggenda” del ciclo “Castelli, Fantasmi, Leggende” di Salvatore Attanasio, fotografo bresciano.

Ecco i dettagli.

Sabato 2 marzo 2024, alle ore 17.30, nella Sala della Colonna, al piano nobile del Castello visconteo di Pagazzano, si terrà la vernice della mostra “Pagazzano, la leggenda” del ciclo “Castelli, Fantasmi, Leggende” di Salvatore Attanasio, fotografo bresciano.
L’evento propone attraverso immagini in bianconero una narrazione in cui “rivivono” i personaggi che secondo la leggenda, vi hanno abitato.
Il Progetto ha preso il via nel 2019 e alla prima mostra tenutasi nel Castello di Padernello nel giugno 2021 hanno fatto seguito le mostre di Darfo Boario a luglio, a Soncino in agosto ed a Pandino nell’ottobre dello stesso anno. Nel 2022 il ciclo di mostre ha toccato prima la Rocca di Lonato del Garda in maggio, poi la Sala Medioevale del Castello Orlando di Bornato Franciacorta da luglio a settembre ed infine, in dicembre le sale del MACOF in Palazzo Martinengo Colleoni a Brescia. Nel gennaio 2023 una selezione delle immagini provenienti dalla raccolta “Le stanze del mistero” già presentate al MACOF di Brescia è stata esposta nella Sala della Musica di Villa Labus a Botticino.
Come sempre saranno quindici immagini in grande formato ad illustrare le visioni oniriche ispirate alla “Leggenda di Pagazzano”.
Con il patrocinio del Comune di Pagazzano e con la collaborazione del Gruppo Civiltà Contadina di Pagazzano, l’esposizione sarà aperta al pubblico nei giorni di sabato dalle 15 alle 19 e di domenica dalle 10 alle 12, dalle 15 alle 19 fino a domenica 7 aprile.

Eleonora Bianchi, curatrice della mostra, scrive nella presentazione:
“Salvatore Attanasio in Castelli, fantasmi, leggende combina la tangibilissima solidità delle pietre del Castello Visconteo di Pagazzano e l’impalpabile ed enigmatica suggestione di quei surreali e magici immaginari di una storia tramandata di padre in figlio, di nonno in nipote.
La fotografia – riconosciuta dalla sua nascita come inoppugnabile mezzo di documentazione del Reale – assume ora la potenzialità e la libertà di una pittura fantastica, totalmente nelle mani dell’artista, dove luci e ombre coesistono per restituire vita a quell’aura di mistero che avvolge come nebbia il Castello e che è capace di persistere nei secoli e di trascendere ogni logica obiezione. La macchina fotografica si eleva ad abile cantastorie, veicolo di narrazioni favolistiche e leggendarie e persino zaino protonico grazie al quale l’artista diventa un vero e proprio cacciatore di fantasmi.
Dopo tutto, chi ha detto che i fantasmi non esistono?”

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