Durante la stagione invernale, le temperature rigide spesso fanno sognare di avere un camino che possa riscaldare casa e, al tempo stesso, avere un’atmosfera che solamente un focolare domestico può donare. Un bel camino può essere anche un tocco in grado di perfezionare il design della stanza in cui viene collocato. Con questi presupposti, ecco come scegliere il camino, con qualche pratico consiglio sul risparmio, le tipologie in commercio e qualche dritta sull’installazione.
Scegliere un camino: posizionamento
Come anticipato, un buon camino può fare la differenza in un’abitazione, sia sotto il profilo della temperatura, che dell’atmosfera e del design. Per una scelta del modello corretto, però, bisogna tenere in considerazione alcuni criteri. Tra i principali, si trova quello della spesa economica, del consumo energetico e, ovviamente, anche quello della tipologia di ambiente dove questo andrà inserito.
La prima considerazione utile da fare, è quella di capire dove andrà posizionato il camino, anche per valutarne l’ingombro. Per far sì che un camino possa funzionare, deve necessariamente essere presente una cappa che, mediante il tiraggio, possa incanalare al suo interno il fumo di combustione, così da espellerlo successivamente dal camino posto sul tetto. La presenza della canna fumaria è in grado di determinare su quale tipologia di camino far ricadere la nostra scelta, quindi sulla sua alimentazione.
Per quanto riguarda l’ambiente domestico dove inserire il camino, solitamente si prediligono soggiorno e salotto. Il consiglio è quello di evitare l’installazione in locali dove sono presenti altri apparecchi a combustione, sia quelli per il riscaldamento che quelli per la cottura dei cibi. La stanza perfetta per posizionare il camino, quindi, è una ben arieggiata e fornita di una presa esterna che possa assicurare il normale ricircolo dell’aria.
Scegliere un camino: dimensioni
Il secondo aspetto da valutare per la scelta di un camino, è chiaramente quello delle dimensioni. Solitamente, a seconda delle dimensioni della stanza, corrisponde una determinata misura proporzionata. Nel dettaglio:
– Ambienti 15/20 mq: 50x60x35 cm. (Altezza, larghezza, profondità). Canna fumaria 20×20 cm. (larghezza e profondità).
– Ambienti 25/30 mq: 75x60x35 cm. Canna fumaria 20×20 cm.
– Ambienti 35/40 mq: 95x71x40 cm. Canna fumaria 26×26 cm.
– Ambienti 50/70 mq: 115x82x45 cm. Canna fumaria 38×26 cm.
Quelle indicate sono solamente delle linee guida indicative, ma l’installazione potrebbe prevedere misure differenti.
Scegliere un camino: tipologie
Una volta deciso dove andare a collocare il camino, arriva il momento di sceglierne la tipologia. In commercio esistono un’infinità di modelli che permettono anche di ottenere un risparmio sui consumi, rispettando l’ambiente. Questo aspetto, in un’epoca dove il pensiero green è sempre più predominante, non è assolutamente da sottovalutare. I principali modelli sono:
– Camino aperto. È la più classica delle situazioni, quella che regala l’effetto migliore, sia sotto il profilo estetico che dell’atmosfera donata. A livello di prestazioni, però, non è certamente la più efficiente. Solitamente viene alimentato a legna e sfrutta solamente il 20% del suo potenziale reale di riscaldamento, disperdendo molto calore nell’ambiente.
– Camino aperto ventilato. Molto simile alla soluzione precedente, ma l’efficienza termica sale al 40%. Il motivo della maggiore efficienza è da ricercarsi nei condotti che propagano il calore nell’ambiente.
– Camino chiuso. Solitamente costituito da una struttura realizzata in acciaio o in ghisa e chiuso con un vetro ceramico resistente alle alte temperature. La combustione è ottimizzata e la sua efficienza sale a un 40-60%. Da non sottovalutare nemmeno un livello di sicurezza maggiore garantito dalla chiusura del camino.
– Camino chiuso ventilato. Questa soluzione riprende di fatto l’impostazione del camino aperto ventilato e di quello chiuso. Il rendimento sale di molto, attorno all’80%, quindi consente di risparmiare sul costo di acquisto del combustibile.
– Termocamino. Può essere utilizzato come alternativa all’impianto di riscaldamento. Il calore della combustione, infatti, è in grado di riscaldare l’acqua che, a sua volta, farà lo stesso con i radiatori. Esistono anche soluzioni simili ad aria.
– Camino prefabbricato. Questa soluzione prevede un blocco pre-costituito e pronto all’installazione. L’unico ulteriore passaggio necessario è quello previsto per il collegamento alla canna fumaria.
Scegliere un camino: alimentazione
Dopo aver compreso le principali tipologie di camino, si devono analizzare le possibili alternative di combustibile. Tra le principali si annoverano:
– Legna: è la soluzione tradizionale, preferita da chi ama il tipico scoppiettamento della fiamma e l’atmosfera che si crea con il fuoco. Nonostante l’innegabile fascino, però, la legna ha una resa termica decisamente inferiore ad altri combustibili. Un punto che sicuramente può essere considerato a favore, è quello del prezzo. Tra gli 8 e i 13€ al quintale. E si può risparmiare anche acquistando online sui siti specializzati come Barzotti dove è presente una pagina con camini a legna in offerta
– Pellet: è una delle soluzioni più in voga del momento. A suo favore vi è il basso impatto ambientale e una buona efficienza termica. Inoltre, viene ricavato da uno scarto di lavorazione del legname, per poi essere pressato.
– Elettricità: il funzionamento alla base è simile a quello di una stufa elettrica, con il valore aggiunto di un modulo che esteticamente è in grado di riprodurre l’effetto della fiamma. Sono caratterizzati da una buona resa termica e un ottimo risultato sotto il profilo dell’atmosfera e del design. Alcuni modelli possono persino essere appesi alla parete come dei quadri, dal momento che non è prevista una canna fumaria.
– Bioetanolo: la soluzione del bioetanolo è considerata come una delle più ecologiche che si possano fare, in grado di azzerare le emissioni inquinanti. Il bioetanolo è un combustibile naturale prodotto dalla fermentazioni di alcuni alimenti ad alto contenuto di zuccheri, definiti biomasse. Ciò che la combustione immette nell’aria, sono solamente anidride carbonica e vapore acqueo. Tra i fattori positivi, anche il fatto che sia abbastanza economico rispetto alla reale resa termica. I camini a bioetanolo non necessitano di canna fumaria e, come quelli elettrici, sono facilmente installabili, anche a parete.
Scegliere un camino: costi
L’ultimo elemento di valutazione da considerare per la scelta di un camino è quello del prezzo. Stabilire dei prezzi universali non è ovviamente possibile, perché questi possono notevolmente variare, oltre che per le caratteristiche reali, anche per il brand che lo produce. I costi qui riportati, suddivisi sulla base della tipologia di camino, sono da ritenersi puramente indicativi.
– Camino a legna. Mai come in questo caso, sul prezzo, incidono le reali dimensioni, i materiali utilizzati e la tipologia di rivestimento scelto. Si parte da qualche migliaia di euro, ma si possono oltrepassare anche i 10.000€.
– Camino a pellet. Solitamente un camino a pellet ha un prezzo compreso tra i 2.000 e i 4.000€.
– Termocamino. Se alimentato ad acqua, ovvero la tipologia più utilizzata, il prezzo è compreso tra i 3.000 e i 6.000€. Quelli ad aria, invece, sono leggermente più economici.
– Camino elettrico. Decisamente più economici rispetto alle altre tipologie, hanno prezzi che partono da poche centinaia di euro fino ai 1.500€.
– Camino a bioetanolo. Dal momento che non devono essere considerati come fonte primaria di riscaldamento, i prezzi possono partire da poche decine di euro per i modelli più piccoli, fino ai 2.000€ per quelli più grandi e curati nel design. Il combustibile ha prezzi compresi tra i 3 e i 6€.
Ai prezzi citati, per i modelli dove è prevista, occorre tenere in considerazione la manutenzione della canna fumaria (circa 300€ annui) e i costi per l’installazione (25-30€ a mq). A questo punto, non rimane che scegliere il camino perfetto.
commenta