Con l’avvicinarsi della chiusura dei negoziati europei sulla politica agricola comune (Pac), il cui inizio è previsto per il 1º gennaio 2023, gli Stati membri dell’UE si trovano a definire gli aspetti fondamentali delle singole strategie nazionali di applicazione delle misure europee per il settore primario.
“I decisori istituzionali coinvolti hanno di fronte a sé la data del 1º gennaio 2022 – ricorda Enzo Cattaneo, direttore di Confai Bergamo – come orizzonte temporale entro il quale ciascun paese dell’UE dovrà presentare un Piano strategico nazionale che produrrà i propri effetti fino al 2027”.
Tra i punti che dovranno essere analizzati a livello nazionale rientra il ruolo da assegnare al comparto dell’agricoltura biologica nell’implementazione della nuova Pac.“In questa fase rivestono una particolare importanza – osserva Cattaneo – le decisioni circa l’applicazione dei cosiddetti ‘ecoschemi’, che rappresentano un’opportunità di crescita e, al tempo stesso, una sfida per il futuro sviluppo del comparto. L’obiettivo generale dell’Ue è quello di giungere, entro il 2030, ad una superficie agricola utile del 25% coperta da produzioni biologiche”.
Che cosa sono gli ecoschemi? Si tratta di speciali regimi ecologici di sostegno al reddito che l’Unione Europea intende attribuire ad imprese agricole disposte a porre in essere azioni specifiche a favore del clima e dell’ambiente.
“Tra le categorie aziendali candidate a partecipare a questa modalità innovativa di finanziamento pubblico rientrano indubbiamente le imprese del comparto biologico – fa notare Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia -. L’auspicio è che l’effettiva attuazione delle nuove misure ecologiche possa conciliarsi pienamente con piani aziendali altamente professionali ed economicamente sostenibili”.
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