Aveva prestato mille euro ad un commerciante in difficoltà e per farseli restituire si è impossessato abusivamente della sua auto – in realtà intestata al papà dello stesso commerciante – che ha utilizzato anche per spacciare cocaina. Questa la vicenda che ha come protagonista R. G., 31 anni, albanese con una sfilza di precedenti, latitante e clandestino in Italia, senza fissa dimora. La vittima della tentata estorsione, sventata dai carabinieri in borghese che si sono presentati alla restituzione del prestito, è invece un 38enne di Grone, M. M., titolare di un bar a Trescore Balneario che è stato chiuso ad ottobre per problemi economici.
Consigliato da alcuni conoscenti l’ex barista si era rivolto all’albanese, chiedendogli in prestito mille euro. Non è riuscito a restituirglieli quando l’immigrato gli aveva pretesi. A Trescore, tre giorni fa, lo stesso immigrato ha notato la sua vittima su una Ford Ka, insieme al padre al quale l’auto era intestata. Ha detto ai due di scendere e ha preso l’auto in pegno, senza particolari minacce, fissando un appuntamento il 17 novembre per la restituzione dei mille euro.
Ma all’incontro, che avrebbe di fatto portato a termine l’estorsione, si sono presentati i carabinieri di Trescore Balneario, in borghese. L’albanese è stato fermato, i mille euro sono stati momentaneamente sequestrati come corpo di reato. Per lo stesso immigrato avrebbe potuto scattare l’accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, dato che non aveva preteso una cifra superiore a quella che presumibilmente aveva prestato. Ma la magistratura ha optato per l’accusa di estorsione, data la sproporzione tra il prestito e il modo in cui l’immigrato clandestino aveva preteso la restituzione.
Ai carabinieri, comunque, il pregiudicato R. G., ha riservato un altro paio di sorpresa. Durante un accurato controllo della Kà, che l’estorsore aveva utilizzato per circa tre giorni, i militari hanno trovato sotto la cuffia del cambio circa 50 grammi di cocaina in apparenza piuttosto pura. Ulteriori accertamenti su R. G. hanno permesso di capire che l’uomo doveva già finire dietro le sbarre: a suo carico c’è infatti un ordine di carcerazione del tribunale di milano per una pena di un anno e sei mesi in seguito ad una condanna per associazione a delinquere finalizzato al traffico di droga. Sentenza passata in giudicato alla quale si aggiungono le accuse di tentata estorsione e detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Il fatto che nell’auto ci fossero 50 grammi di cocaina fa pensare ai carabinieri che l’albanese, probabilmente, non aveva alcuna intenzione di restituire la Ka al legittimo proprietario.
Più informazioni
commenta