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Il bilancio

Edilizia, dall’assemblea Ance dati positivi (con l’incognita superbonus)

Conferma dei segnali di crescita incoraggianti del comparto, con un aumento costante degli investimenti sul territorio e un impegno tangibile verso la sostenibilità e l'innovazione

Bergamo. Nel 2023 è proseguito il trend positivo per il settore edile bergamasco, come è emerso nel corso dell’assemblea di Ance Bergamo che si è tenuta giovedì 23 maggio nella sede di via dei Partigiani.

La conferma dei segnali di crescita incoraggianti del comparto, con un aumento costante degli investimenti sul territorio e un impegno tangibile verso la sostenibilità e l’innovazione, arriva dai dati di Cassa Edile: nell’ultimo anno la massa salari è cresciuta del 7,4% rispetto all’anno precedente, superando il valore di 100 milioni di euro (100,9 milioni di euro, contro i 93,9 del 2022), come non accadeva dal 2013. Un andamento che si è mantenuto complessivamente anche nei primi 6 mesi di quest’anno (ottobre 2023- marzo 2024), con un’ulteriore crescita del +11,8%.

“Tuttavia è più difficile stimare l’andamento nei prossimi mesi – evidenzia la presidente di Ance Bergamo, Vanessa Pesenti – per via delle incertezze legate all’evoluzione del contesto economico, tanto che gli ultimi dati disponibili confermano un rallentamento della crescita”.

 

Vanessa Pesenti

L’ATTRATTIVITA’ DEL COMPARTO EDILIZIO

In primo piano l’attrattività del settore – rilanciata quest’anno anche dalla ripresa della storica Fiera Edile – che, nel corso del 2023, ha visto l’avvio di alcuni progetti indirizzati alle nuove generazioni e di altri realizzati dal gruppo di Giovani Imprenditori Edili guidato da Federico Roncelli.

Nel primo caso è partito il primo corso Its, per la formazione di Digital Construction Manager, promosso da Ance Bergamo e dalla Scuola Edile nell’ambito dell’attività della fondazione Its Cantieri dell’arte con l’auspicio che l’evoluzione tecnologica che l’edilizia sta attraversando possa rappresentare un ulteriore incentivo per avvicinarsi e lavorare nel settore.

Gli stessi obiettivi che l’associazione conta di aggiungere con il “Patto per le competenze e l’occupazione in Lombardia per il settore delle costruzioni”, che coinvolge gli istituti secondari e a cui ha aderito sempre insieme alla Scuola edile di Bergamo e alle altre territoriali. Per quanto riguarda invece il gruppo dei Giovani Imprenditori Edili, l’esperienza bergamasca ‘Il futuro è in cantiere’ che, nell’arco di due anni, ha coinvolto circa 400 studenti di cinque istituti superiori della provincia, è stata “esportata” a livello nazionale nell’ambito della ‘Vetrina delle eccellenze’.

Un tema, quello dell’attrattività, che si riflette sulla carenza di manodopera: “La ripresa dei livelli occupazionali nelle costruzioni è stata accompagnata da una crescente difficoltà nel reperire personale, soprattutto specializzato – ricorda Pesenti -. Un’iniziativa importante è quella, promossa a livello nazionale dall’associazione, per la selezione e la formazione di 40 giovani tunisini, che potranno venire a lavorare in Italia, grazie a specifici accordi di cooperazione sottoscritti con le istituzioni tunisine competenti e con il coinvolgimento delle imprese italiane associate ad Ance. Si tratta di un progetto pilota, che stiamo sperimentando anche nella nostra provincia, e che potrebbe far arrivare in Italia – nell’arco temporale 2024-2026 – circa 2.000 giovani lavoratori tunisini, da occupare nel nostro settore”.

Nel corso dell’incontro – a cui sono intervenuti il presidente di Cassa Edile Bergamo, Giovanni Biffi e di Scuola Edile Bergamo, Paolo Vigani – sono stati eletti i nuovi componenti del collegio dei Garanti contabili (Francesco Sala – Presidente – Mariagrazia Cornici e Gilberto Ventura), e i Probiviri dell’associazione (Ottorino Bettineschi, Emanuele Giuseppe Brumana, Livio Ferri, Renato Magnati, Renato Ratti, Fabio Roberto Sonzogni). Rimarranno in carica per il quadriennio 2024-2028.

IL “NODO” SUPERBONUS

Intanto c’è preoccupazione nell’edilizia bergamasca dopo l’approvazione da parte del Governo dell’emendamento sul Decreto Superbonus che comporterà una stretta sui crediti. Dall’1 gennaio di quest’anno, infatti, le detrazioni si dovranno spalmare in 10 anni e non più in 4 o 5 come accaduto sinora. Resta attivo anche il divieto per le banche di compensare i crediti con i debiti contributivi verso Inps e Inail: il tutto con il dichiarato obiettivo da parte del Governo di contenere i costi di una misura che il ministro Giorgetti ha definito senza troppi giri di parole “Una droga da cui disintossicarsi”.

Ad esprimere forti perplessità sulla decisione è Vanessa Pesenti: “Come imprenditori di un settore cruciale per l’economia del Paese, siamo pienamente consapevoli che una misura come il Superbonus avrebbe avuto una durata limitata nel tempo – spiega -. Ma diciamo basta alle continue modifiche normative, ben 32 in meno di 4 anni, che hanno creato incertezza tra gli operatori e fatto saltare i business plan, ledendo il principio sacrosanto del legittimo affidamento riposto da cittadini e imprese sulle leggi dello Stato. Il decreto legge interviene con effetto retroattivo modificando i casi in cui è ancora possibile la cessione del credito o lo sconto in fattura”.

Il tutto con conseguenze pesanti per tutto il comparto: “Viene messo a rischio l’equilibrio economico delle operazioni di recupero energetico ed antisismico dei fabbricati, provocando un nuovo blocco dei cantieri, a danno di famiglie e imprese, senza trascurare l’insorgere di contenziosi tra condomini e operatori economici nonché tra questi ultimi e i rispettivi fornitori. in sostanza viene messo a rischio, seriamente, il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato – precisa Pesenti -. Altra questione che ci preoccupa sono le modifiche retroattive per le banche che, fino ad ora, hanno acquistato i nostri crediti a seguito dello sconto in fattura fatto alle famiglie. L’obbligo per gli istituti di non poter più compensare gli sconti con i debiti contributivi non solo diminuirà la possibilità per le banche di effettuare nuovi acquisti, ma metterà in discussione accordi già perfezionati con le imprese”.

Una prima conferma degli effetti negativi della nuova situazione arriva dai dati di Enea, che evidenziano un vero e proprio crollo dei cantieri ad aprile: il mese scorso i nuovi cantieri sono stati 1.063, a fronte di 344 milioni di nuovi investimenti ammessi, mentre a marzo, a fronte di 13 mila nuovi cantieri, erano stati ammessi investimenti per 5,7 miliardi che avevano garantito detrazioni per 7,8 miliardi.

“Oggi il Superbonus è diventato la panacea di tutti i mali, ma non va taciuto che dall’inizio del provvedimento, si è passati – a livello nazionale – da 3000 a oltre 200 mila interventi l’anno, e questo dimostra la potenzialità enorme della leva fiscale per le operazioni di riqualificazione – rimarca Pesenti -. I numeri dimostrano che il Superbonus si è rivelato uno strumento capace di sostenere l’economia ed incentivare una ampia riqualificazione energetica degli edifici, contribuendo alla riduzione della loro impronta ecologica, in linea con gli obiettivi fissati dalla Direttiva Green. Ricordiamoci che, in Italia, su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni risultano particolarmente energivori. Non abbiamo di fronte una sfida da poco. Servono strumenti fiscali che dovranno avere alcuni punti saldi: la stabilità nel tempo per consentire una vera programmazione, prediligere gli interventi più incisivi, eventualmente anche di sostituzione edilizia con demolizione ricostruzione nell’ottica della rigenerazione urbana, consentire l’accesso esclusivamente ad imprese qualificate, mantenere la struttura rigorosa dei controlli che esiste ad oggi, prevedere dei meccanismi di accesso alle misure anche per i soggetti meno capienti in modo da essere sostenibile sia per lo Stato che per le famiglie”.

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