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Bergamo chiama Europa

L'intervento

Europa: un diario per il futuro

Oggi continuiamo comunque a sognare, la nostra coscienza non deve demordere da quel sentimento di identificazione che mi faceva insegnare ai miei ragazzi di dichiararsi “Europei, nati a Bergamo”

Bergamo. Non voglio, in occasione della giornata di festa dell’Europa, ricordare solo le date e i fatti della faticosa ma incredibile costruzione dell’Unione Europea, ma sottolinearne gli aspetti ideali. La mia generazione ha visto i passaggi significativi nelle decisioni di costruzione di una Comunità, poi di un’Unione, con la libera circolazione delle persone, delle merci e dei capitali. Il processo è in fase avanzata.

Il Next Generation UE, che aiuta, a fronte di un debito comune, la modernizzazione del continente, ne è l’ultima dimostrazione. Il “metodo europeo” ha permesso la costituzione di una grande area comune senza violenze, senza guerre. L’obiettivo primario è stato difendere e promuovere la libertà, in pace tra le nazioni che avevano combattuto tra loro, allargando a paesi che dopo la Seconda guerra mondiale avevano perso, sotto il comunismo, la loro libertà.

Ognuno di noi ha, nella propria memoria, un diario di eventi che hanno cambiato la storia. Si intrecciano le storie personali con la grande storia e queste sono alcune pagine del mio diario che voglio ricordare:
1943, 16 gennaio. Il tenente Leonida Magnolini, nato a Edolo nel 1913, scrive una lettera dal fronte russo a mio padre, suo compagno d’armi. Una lettera di sentimenti e di scherzi, che mio padre conservò tutta la vita. Il 26 gennaio Magnolini morì a Nikitowka, medaglia d’oro al valor militare. Un eroe per una guerra sbagliata, come tutte le guerre, un continente europeo diviso, tra odi e interessi, tra democrazie e dittature.

1944. viene pubblicato il Manifesto di Ventotene redatto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, “Per un’Europa Libera e Unita”.
1944, 6 giugno. Le truppe alleate sbarcano in Normandia, le democrazie iniziano il cammino della vittoria sulla dittatura nazi-fascista.

1956, ottobre. Un mio cugino carissimo, molto di sinistra ma profondamente libertario, ricordava il mio battesimo in coincidenza con la Rivoluzione Ungherese e la successiva invasione dei carri armati sovietici di un paese europeo, già sotto il controllo del partito comunista.

1968, Nella notte tra il 20 e il 21 agosto 700 mila soldati, migliaia di carri armati e centinaia di aerei ed elicotteri del patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia, oggi nella UE, allora colpevole per un processo di tentata liberalizzazione. Da notare che oltre all’Unione Sovietica, Polonia, Bulgaria e Ungheria (oggi membri dell’UE) mandarono forze militari per l’Operazione Danubio che tanto segnò la mia personale coscienza civile.

1985, Viaggio per lavoro in Bulgaria. Una dittatura dove i direttori di stabilimento rischiavano punizioni come il carcere per errori professionali e le dirigenti dei Ministeri passavano mesi a lavorare in campagna per essere “rieducate”.

1989, Sono in Germania. Il 9 novembre cade il muro di Berlino. Il grande violoncellista russo Mstislav Rostropovich due giorni dopo suonò alcune Suites di Bach con il suo violoncello davanti al muro che crollava per festeggiare la fine della guerra fredda. Una grande commozione.

1991-2001 Guerra in Jugoslavia

2022. La Russia invade l’Ucraina, un paese europeo.

È la storia di un’Europa distrutta nel 1945, divisa, che ha saputo rinascere, trionfare ed ora essere un po’ vacillante, ma mai così indispensabile. La Brexit, i migranti, Orban e i nuovi muri che sorgono dopo aver sperato che fosse finita quella Storia. I nazionalismi e il ritorno di fantasmi con atteggiamenti non libertari, xenofobi, etnocentrici, prepotenti. La guerra d’invasione alle nostre porte.

Oggi continuiamo comunque a sognare, la nostra coscienza non deve demordere da quel sentimento di identificazione che mi faceva insegnare ai miei ragazzi di dichiararsi “Europei, nati a Bergamo”.

Personalmente continuo a sentire il fascino di quegli intrecci con la Storia che mi porteranno presto in Normandia a ricordare gli 80 anni dallo sbarco per visitare anche i cimiteri dove sono sepolte le persone che ci hanno permesso tutti questi anni di libertà, insegnandoci a stare, oggi e in futuro, dalla parte giusta della Storia.

 

Andrea Moltrasio

* Andrea Moltrasio, Industriale, già presidente di Confindustria Bergamo e del Consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca

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