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L'azienda di spirano

Calzificio Bresciani, l’esempio virtuoso di business che si adatta al digitale

Nell'ambito dell’iniziativa del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo “Due ore in azienda”, i titolari hanno aperto le porte della loro attività agli imprenditori del territorio

Spirano. In un mercato sempre più globale, i nuovi modelli di business possono risultare fondamentali per la crescita economica della propria azienda. Ne è testimonianza il case history del Calzificio Bresciani, azienda sin dal 1970 sinonimo di sartorialità e made in Italy in tutto il mondo, che grazie a una strategia di sviluppo vincente sul web è riuscita sia ad incrementare il proprio giro d’affari che a garantire maggior forza al proprio brand “Bresciani 1970”, sempre più presente sulle passerelle di alta moda in tutto il mondo.

Dell’esempio virtuoso del Calzificio di Spirano se ne è parlato durante l’iniziativa del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo “Due ore in azienda”, con i titolari Massimiliano e Fabio Bresciani che hanno aperto le porte della loro attività ospitando numerosi imprenditori del territorio, permettendo così di toccare con mano l’attività di una vera e propria eccellenza del territorio.

Durante l’incontro, il presidente Massimiliano Bresciani ha spiegato come, negli ultimi anni, la diversa strategia di vendita – che passa sempre più dal digitale e in particolare dallo shop online, per ora attivo solo in Europa – abbia permesso all’azienda di aumentare le vendite delle calze a proprio marchio, passate nell’arco di appena cinque anni a pesare dal 20 al 62% sui volumi, erodendo così il peso della produzione conto terzi per le più importanti maison mondiali.

“Collaborare con grandi firme ci sprona a mantenere elevatissimi standard qualitativi, ma rafforzando il nostro brand siamo riusciti a guadagnare quote di mercato importanti, in un settore sempre più concentrato e caratterizzato dalla forte presenza di aziende francesi”, ha spiegato Bresciani, al timone di un’azienda dove lavorano 29 dipendenti e che ogni anno produce circa 360 mila calze, nel 95% dei casi destinate al pubblico maschile. A beneficiare di questa strategia vincente è stato anche il fatturato, in costante crescita e che, potendo contare sul +10% fatto registrare nel primo trimestre, può concretamente auspicare a migliorare i 3,2 milioni realizzati nel 2023, per l’82% realizzati grazie alle vendite all’estero.

 

calzificio bresciani
Da sinistra, Massimiliano e Fabio Bresciani

 

Il primo mercato di riferimento sono gli Stati Uniti, che rappresentano il 32% dell’export, ma il Calzificio Bresciani si sta aprendo anche a nuovi mercati stranieri: “Abbiamo appena siglato un accordo in Cina, ma stiamo crescendo molto anche in Africa, non solo del Nord: anche Congo, Senegal e Sud Africa sono sempre più interessate alla nostra produzione”, precisa Bresciani.

La visita guidata alla produzione ha permesso ai visitatori di addentrarsi in una realtà tecnologicamente all’avanguardia, in grado di realizzare grandi numeri mantenendo la sartorialità che caratterizza le iconiche calze di cotone, seta o cachemire (con tanto di magazzino con temperatura e umidità costanti) che negli anni hanno fatto conoscere al mondo la realtà spiranese fondata da Mario Bresciani. Spazio anche alle curiosità: se le calze Bresciani sono perlopiù prodotte in diverse misure, in modo da calzare perfettamente come una scarpa, il mercato americano pretende ancora una taglia unica per ogni modello.

Al termine dell’incontro è soddisfatto Matteo Assolari, vice presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo: “L’obiettivo della giornata era quello di evidenziare le strategie vincenti di un’azienda cosiddetta ‘piccola’, in grado di muoversi con passi da gigante in un mercato globale, investendo sul proprio brand. Grazie ad eventi come questo, tanti imprenditori possono trovare spunti interessanti per la propria attività, magari studiando strategie comuni per la crescita aziendale”.

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