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I dati

Export di acciaio: Bergamo sale ancora e arriva al quarto posto in Italia

Nel 2023 la provincia ha guadagnato altre quattro posizioni nella classifica nazionale, con una crescita del 16,2%. È l’unico grande polo ad avere il segno più

Bergamo è stata, nel 2023, la quarta provincia italiana per export di prodotti della siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio, salendo di quattro posizioni nella classifica nazionale dei poli siderurgici rispetto al 2022. Ha fatto registrare una crescita delle esportazioni in valore del 16,2%, salite a 1,5 miliardi di euro. È l’unico grande polo siderurgico italiano ad aver fatto registrare una variazione positiva. È quanto emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi siderweb, su elaborazione di dati Istat.

Un incremento, spiega Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb, «dovuto soprattutto alle vendite all’estero di tubi (+40,4%) che rappresentano l’84% del totale. Le esportazioni nei Paesi Ue sono diminuite del 5,8%, mentre quelle nei Paesi extra Ue sono cresciute del 29,4% e costituiscono circa il 70% delle esportazioni totali. Gli Stati Uniti, con una quota del 21,1%, sono il primo Paese di destinazione delle esportazioni, che sono aumentate del 27,7%. Al secondo posto si colloca la Germania, con una quota del 10,6%, dove le esportazioni sono rimaste sostanzialmente stabili. Al terzo posto è salita la Norvegia, con una quota dell’8,1%, dove le esportazioni sono aumentate del 360%. Seguono la Francia (-8,1%, con una quota del 4,3%); gli Emirati Arabi (+29,4%, con una quota del 4,2%); il Regno Unito (+74%, con una quota del 3,5%); il Kuwait (-20,6%, con una quota del 3,4%); l’Iraq (+136,9%, con una quota del 3,1%); il Brasile (261,3%, con una quota del 2,6%); l’Arabia Saudita (+123,2%, con una quota del 2%)».

In generale, è sceso del 16,9% nel 2023 l’export italiano di acciaio (prodotti della siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione). Il valore è passato dai 28 miliardi del 2022 ai 23,2 miliardi di euro dello scorso anno.

I volumi, però, sono rimasti sostanzialmente stabili a 16,2 milioni di tonnellate, dopo il calo tendenziale del 6% registrato nel 2022. La variazione negativa è dunque dovuta in toto alla diminuzione dei prezzi.

 

Infografica export acciaio

 

Dopo due anni consecutivi di crescita seguiti al crollo del 2020 (+51,7% del 2021 e +23,8% del 2022), le esportazioni in valore di acciaio sono dunque tornate a scendere. Un calo che è stato leggermente più marcato se si guarda solo ai primi 20 poli siderurgici italiani: l’export è diminuito del 17,6%, fermandosi a 19,4 miliardi di euro.

La top 3 è rimasta invariata: al primo posto c’è ancora la provincia di Brescia, seguita da Udine e Mantova.

Variazioni negative significativamente più alte della media sono state registrate dai poli di Terni (-39,2%), Genova (-35,3%), Aosta (-29,3%) e Brescia (-26,1%). L’unico polo con il segno più, come detto, è quello di Bergamo, incentrato sulla produzione di tubi senza saldatura.

«Questi dati confermano il consolidamento della geografia dei poli produttivi dell’acciaio italiani che si è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008 – commenta ancora Tosini -. Tale processo traspare, oltre che dall’andamento della produzione, anche da quello delle esportazioni, che hanno registrato una riduzione molto più marcata nelle province dove sono o, meglio, erano presenti le aziende siderurgiche di maggiori dimensioni. Infatti, nel 2023 rispetto al 2008, le esportazioni di prodotti siderurgici della provincia di Taranto (dove si trova Acciaierie d’Italia) sono diminuite dell’81,3%, relegandola all’ultimo posto nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani. Le esportazioni della provincia di Torino (dove c’era lo stabilimento thyssenkrupp, ora chiuso) sono diminuite del 39,1%, provocando la perdita di otto posizioni nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani. Le esportazioni della provincia di Livorno (dove opera JSW Steel Italy) si sono ridotte del 60,6%, causando l’esclusione dai primi venti poli siderurgici italiani».

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