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Durerà quattro anni

Accordo tra Comune di Bergamo e Ordine degli Psicologi, Messina: “Politiche di welfare che mettano al centro gli anziani”

L’obiettivo della collaborazione prevista nel Protocollo è quello di rispondere in modo adeguato ai nuovi bisogni della cittadinanza in tema di salute, intervenendo in chiave preventiva e di sostegno

Bergamo. La Giunta ha ratificato alcuni mesi fa il Protocollo d’Intesa per la promozione del benessere psicologico della comunità bergamasca. Questo accordo stabilisce una collaborazione di quattro anni tra il Comune e l’Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL), che ha avuto inizio durante la pandemia di Covid-19 con l’iniziativa “Psicoaiuto Bergamo: La città in ascolto“. Tale progetto mira a sostenere i cittadini bergamaschi non solo durante l’emergenza sanitaria, ma anche nel complesso adattamento a cambiamenti nelle abitudini personali e collettive, con profonde implicazioni sulla vita familiare, sulle relazioni sociali e sul lavoro.

Sia il progetto del 2020 che quello attuale derivano dalla vasta esperienza pluriennale dell’OPL, con iniziative come “Psicologi in Zona” a Milano e, più recentemente, “Psicologo di quartiere nel Municipio: una proposta di Human Caring“, oltre a “Lo psicologo in Comune” a Mantova. Queste iniziative hanno l’obiettivo di avvicinare la domanda di supporto psicologico e potenziare le reti formali e informali per la presa in carico degli individui e delle famiglie.

Il Protocollo prevede una collaborazione volta a rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni della cittadinanza in materia di welfare e salute, intervenendo in modo preventivo e di sostegno. Inizialmente, l’attenzione si è concentrata sulle vittime di reato, per le quali l’Amministrazione ha istituito uno sportello di ascolto, assistenza, protezione e supporto inaugurato a gennaio in città. Più recentemente, si è esteso il sostegno alle persone anziane della comunità, per le quali l’attenzione è particolarmente alta.

“Questa iniziativa non è affatto improvvisata, ma è il risultato di una serie di condivisioni e valutazioni approfondite – interviene Marcella Messina, Assessore alle Politiche sociali -. Il nostro primo contatto con l’Ordine risale al 2020, quando abbiamo iniziato a discutere su come fornire un sostegno psicologico alla comunità. Da lì è nato il protocollo, che include uno sportello telefonico con un numero dedicato per le emergenze. Abbiamo poi istituito lo sportello per le vittime, che offre supporto a individui colpiti da vari tipi di violenza, inclusa quella di genere e le truffe agli anziani. Rendendoci conto del potenziale di espansione di questo protocollo, abbiamo deciso di includere il tema della longevità, lavorando per trasformare la nostra città in un luogo che accompagna attivamente il processo di invecchiamento. In questo contesto, il ruolo dello psicologo si trasforma, concentrandosi maggiormente sulla prevenzione e contribuendo così a creare un welfare più proattivo”.

“Sin dall’inizio del mio mandato come presidente, ho cercato di promuovere una maggiore collaborazione tra l’Ordine degli Psicologi e le amministrazioni comunali e provinciali – commenta Laura Parolin, Presidente Ordine degli Psicologi della Lombardia -. Oggi, c’è un bisogno sempre più urgente di affrontare il tema dell’invecchiamento della popolazione e di considerare gli anziani come cittadini che meritano di essere ascoltati e inclusi nelle politiche pubbliche, anziché essere visti come un elemento di deficit. Questo protocollo è stato realizzato con l’obiettivo di mettere al centro l’idea che il bisogno di supporto psicologico sia cresciuto significativamente e che ci sia bisogno di una risposta pubblica e gratuita a questa domanda crescente. Nel processo che stiamo sviluppando, diventa evidente che lo psicologo non operi in isolamento, ma collabori con una varietà di professionisti per soddisfare le esigenze delle persone. L’obiettivo è intervenire in modo preventivo anziché aspettare che i problemi si manifestino in modo conclamato. Bergamo, in questo senso, si è distinta per la sua capacità di creare una rete di collaborazione virtuosa e mettere al centro il benessere della comunità e il suo esempio potrebbe diventare una best practice da seguire per altre province”.

La collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo ha fornito un’opportunità preziosa per arricchire sia le azioni concrete a sostegno degli anziani, focalizzate sul contrasto della solitudine, sia gli sforzi nella ricerca e nella formazione degli operatori che lavorano con questa fascia di popolazione. L’Università degli Studi di Bergamo si impegna attivamente nel promuovere Bergamo come Città della Longevità attraverso una serie di iniziative. Tra queste, il progetto “Bergamo Longeva” si propone di monitorare lo stato di salute psicologica e di potenziale fragilità e rischio demenza nella popolazione anziana (over 65) e futura anziana (dai 55 anni) attraverso una campagna diffusa a tutti i cittadini bergamaschi. Il progetto “Aging in
Place” si occupa di osservare i quartieri di Bergamo e le opportunità e le limitazioni proposte alla cittadinanza anziana, al fine di comprendere il fenomeno dell’invecchiare nel proprio domicilio e di proporre innovazioni urbanistiche e servizi per una Bergamo Città della Longevità. In collaborazione con il CUS Bergamo, il progetto “Attività motoria e riserva cognitiva” promuove attività motorie e sportive in città e provincia non solo per favorire un invecchiamento attivo, ma anche per comprendere scientificamente come l’attività motoria possa contribuire alla costruzione di riserva cognitiva e relazionale, supportando così una longevità di qualità nella vita psicofisica. A questi progetti si aggiunge la recente istituzione della scuola di Specializzazione post-Lauream in Psicologia della Salute, che offre un curriculum formativo specifico sui modelli e gli interventi per l’invecchiamento. Questo programma prepara i professionisti psicologi e psicoterapeuti del futuro con competenze specializzate sulla longevità in salute, caratteristica unica rispetto ad altre scuole di psicologia in Italia e sicuramente unica in Lombardia.

“Dobbiamo iniziare a considerare non solo una popolazione che invecchia, ma anche una popolazione che si prepara ad invecchiare – interviene Francesca Morganti, docente Università degli Studi di Bergamo -. È fondamentale ribaltare la narrazione mediatica sull’invecchiamento della popolazione, eliminando l’idea che sia una crisi imminente. Questo è il primo impegno che Bergamo si è assunta: concentrarsi sulla salute e sulla longevità come priorità. È una responsabilità affrontare l’invecchiamento in modo consapevole”.

L’aggiornamento in corso di questo protocollo sottolinea la natura dinamica dell’attenzione ai bisogni della comunità, che è in costante evoluzione – sottolinea Diana Prada, referente territoriale OPL per Bergamo e provincia -. Nella collaborazione e nel dialogo, possiamo identificare pratiche e soluzioni per rispondere a tali bisogni. È importante comprendere che la salute si costruisce sul territorio e che si lavora nell’ottica della prevenzione. Di conseguenza, il ruolo dello psicologo si trasforma in quello di un’interfaccia, che si inserisce in tutti gli aspetti della vita quotidiana. L’obiettivo è quello di creare un ambiente che favorisca la salute mentre le persone vivono le proprie vite, rendendo il concetto di salute parte integrante della vita di tutti i giorni”.

Oggetto e finalità del Protocollo in sintesi quindi sono: favorire la creazione di una rete fra stakeholder (Comune di Bergamo, Servizi Socio-sanitari, Associazioni, Enti del Terzo Settore, Sindacati, Scuola, comunità educative, etc.) intesa a orientare e supportare le persone in situazione di vulnerabilità, le vittime di reato e le loro famiglie e contesti comunitari a fronteggiare i momenti di difficoltà in ottica evolutiva; progettare e realizzare iniziative, di informazione e formazione, per comprendere e prevenire le diverse forme di vulnerabilità in ottica di cittadinanza e legalità; progettare, realizzare e rendere più accessibili servizi di sostegno psicologico in grado di accogliere tempestivamente la prima domanda di aiuto delle persone che necessitano di sostegno e delle vittime di reato; progettare e realizzare attività di formazione e supervisione per gli stakeholder coinvolti.

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