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L’intervista

Sergio Porrini: “La Juve è vulnerabile e senza Vlahovic: Atalanta, punta su Lookman per accenderti”

Il doppio ex alla vigilia del match dell’Allianz Stadium: “Negli ultimi tempi i bianconeri sono in difficoltà. Gestire tre fronti per la Dea non è facile con questa rosa, mancano i campionissimi”

Il settimo posto ottenuto con Marcello Lippi nella stagione 1992/93, con 14 vittorie e il 7° posto finale, rappresenta uno dei migliori risultati dell’Atalanta prima dell’era Gasperini: “Lo capimmo dalla prima partita, vinta contro il Parma di Scala che era uno squadrone: quel gruppo poteva togliersi tante soddisfazioni”. A parlare è Sergio Porrini, parte di quella squadra, a Bergamo dal 1989. Il difensore milanese un anno dopo sarebbe partito per 11 miliardi delle vecchie lire (una cifra enorme per l’epoca) in direzione Torino, per vestire la maglia della Juventus, dove, riunitosi con Lippi, avrebbe vinto tutto.

Rispetto ad allora per la Dea è cambiato il mondo. Oggi gli obiettivi sono “vincere la Coppa Italia, qualificarsi in Europa attraverso il campionato e andare il più avanti possibile in Europa League”, elencando quanto detto da Gasperini prima dello Sporting. Nelle ultime quattro partite, però, non sono mai arrivate vittorie: per evitare di allungare la striscia a cinque, la Dea deve fare il colpo domenica (10 marzo, alle 18) all’Allianz Stadium, casa della Juventus, squadra a cui nel 2023 non è mai riuscita a segnare (0-0 nel girone d’andata, 0-2 l’anno scorso). “Ma questo è il momento giusto per sfidarla”, afferma Porrini.

Si aspettava la sconfitta in casa col Bologna?

“No, perché era una partita fondamentale. Però ha reagito subito: con lo Sporting ha giocato bene. Non mi preoccuperei, è un momento di normale flessione di risultati fa parte della stagione. Anche perché non ci sono più campionissimi come Ilicic, il Papu o il miglior Muriel che ti cambiano la partita: è una squadra di promettenti giovani che possono andare in difficoltà. Insomma, non mi allarmerei: è in lotta su tutti i fronti e non è poco”.

Tre competizioni sono anche un grosso impegno: questa Dea ha la rosa per lottare per tutti gli obiettivi fissati da Gasperini?

“Non penso che in questo momento abbia un gruppo competitivo come era 2-3 anni fa, perché alcune scelte fanno calare un po’ il rendimento tecnico: sappiamo quando sia difficile gestire questo ritmo. In ogni caso, il fatto di essere a marzo e avere ancora tutti gli obiettivi alla portata è tanta roba: molte squadre hanno già fallito i propri. Certo, non è facile perché sappiamo a livello mentale quanto si faccia fatica”.

Che Juventus si troverà davanti domenica l’Atalanta? Negli ultimi due precedenti i nerazzurri non sono mai riusciti a segnare: qualcosa di insolito.

“Nella prima parte di stagione la Juve subiva poco, molto poco, invece nelle ultime partite ha dimostrato di essere in difficoltà e si è riscoperta vulnerabile: ha perso un po’ di fiducia e consapevolezza. Forse è il momento giusto per incontrarla: non sta entusiasmando e sta lasciando più di qualcosa. L’Atalanta va in trasferta su un campo difficile contro un gruppo che deve dare un senso al proprio campionato: la Juventus delle ultime giornate è tornata al centro delle critiche e Allegri probabilmente un po’ lo sta sentendo”.

 

Sergio Porrini Atalanta

 

Pensa che possa tornare ad essere coinvolta nella corsa Champions?

“Non penso, dovrebbe avere una crisi molto profonda, così come il Milan. Certo, la Roma si è ripresa bene, con De Rossi sta giocando un ottimo calcio e fa risultati, ma può incappare in momenti negativi, come Atalanta e Bologna. In ogni caso la corsa è apertissima: ci sono ancora tanti scontri diretti. E anche il Napoli mi sembra abbia trovato la sua identità. Penso siano queste quattro squadre a giocarsi un posto”.

Quanto peserà l’assenza di Vlahovic, che sarà squalificato?

“Parecchio, perché ultimamente stava finalizzando tanto, è ritornato ad avere una media gol importante, ma la Juventus ha Milik e altri giocatori che sono in grado di rimpiazzarlo, anche con caratteristiche diverse. Ad oggi, comunque, pesa molto”.

Dall’altra parte chi si aspetta schieri Gasperini in attacco?

“Potrebbe partire fuori De Ketelaere, ma è anche vero che a Gasperini piace molto avere le due punte più aperte se giocasse col trequartista, quindi magari potrebbe rinunciare inizialmente a Scamacca se dovesse optare per questo sistema. Su Lookman ci punterei, sempre, perché può accendere la partita, è l’unico nella rosa nerazzurra che la può cambiare, che sa superiorità numerica. Persi i grandi campioni, è rimasto lui”.

E di Koopmeiners, profilo parecchio gradito proprio alla Juve, cosa pensa?

“Devo fare una premessa: tutti i giocatori allenati da Gasperini fanno grandi campionati in nerazzurro, danno il 120%, si rigenerano. E poi dopo? Bisognare capire che tipo di rendimento possono avere e in quale posizione. Dipende dalla richiesta dell’allenatore che si ritroverà. Vale lo stesso per Ederson, per esempio. Gasp sa rendere tutti dei jolly: Koopmeiners può giocare in un centrocampo a due, a tre, sulla trequarti, da ala destra… Io lo vedo molto bene dietro le punte, di inserimento, ma ha una tale qualità da poter giocare ovunque”.

Parlando di suoi pariruolo: Scalvini?

“Giovanissimo, ha tantissima prospettiva, potrebbe fare bene ovunque, gli manca forse un po’ di rabbia agonistica”.

Carnesecchi invece lo ha visto davvero da vicino.

“Quando lavoravo all’Atalanta era un grande prospetto, si parlava bene di lui, poi vederlo con quel rendimento in prima squadra è diverso. L’anno scorso è stato un grande protagonista a Cremona e anche quest’anno sta dimostrando di valere la titolarità. Con qualche errore, certo, ma ci sta, è cresciuto tanto. L’Atalanta ha avuto tanti portieri bravi, diamo a Biffi (preparatore dei portieri nerazzurro, ndr) grandi meriti”.

In generale, come vede il momento dell’Atalanta?

“Quando una squadra abitua bene, a vincere, a raggiungere obiettivi impensabili, poi nasce un po’ di critica nel momento in cui incappa in risultati non positivissimi o una sconfitta pesante. Allora la gente inizia a storcere il naso, ma la positività deve esserci sempre, perché tutto ciò che Gasperini e la società stan facendo coi giocatori è qualcosa di miracoloso. Non va mai dimenticato”.

 

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