Sindaco di Bergamo, Gandi in pole position nella Giunta Gori

Bergamo. Se fino a qualche settimana fa l’orizzonte politico del centrosinistra cittadino, in vista delle elezioni amministrative di Bergamo, sembrava il cielo d’Irlanda, oggi la situazione pare diversa. Un bollettino meteorologico che pare non chiamare più i nuvoloni. “Che se non si rasserena, si rasserenerà”. Così diceva un detto popolare.

Elena Carnevali o Sergio Gandi? L’ufficialità non è ancora arrivata, ma sembra proprio che la soluzione sia prossima. La matassa sembra quasi sciolta, con i Dem cittadini pronti ad una proposta di sintesi che vede appunto nel nome dell’attuale vice sindaco quello più convincente.

Ergo, nessun papa straniero. La ricerca è finita. E la scelta, tra i due politici che non hanno mai fatto mistero di avere l’ambizione di correre per la loro città nel 2024, è ormai vicinissima.

A fare la differenza sembra essere stato il desiderio di continuità rispetto a quanto fatto finora, nei due mandati di lavoro dalla Giunta Gori.

Del resto il sondaggio commissionato dal partito a inizio anno parlava chiaro: sia Carnevali che Gandi in cima alle preferenze dei cittadini interpellati ed entrambi promossi a pieni voti alle voci affidabilità e riconoscibilità. Ma i risultati del test, arrivati a primavera inoltrata, raccontavano anche un’altra cosa, un dato determinante, da non sottovalutare: quello del gradimento dei bergamaschi rispetto all’intera amministrazione, pari al 70 per cento, un trend più che positivo e superiore a quello specifico dello stesso Gori.

Commissionato proprio per testare le preferenze, era servito ai tempi ai vertici del partito per fotografare la situazione e analizzare lo stato dell’arte, capire il posizionamento e da lì partire per fare riflessioni più profonde su cosa fosse meglio per la città e per il partito stesso, chiamato a riconfermarsi per la terza volta.

Ma questa volta senza Gori.

Un sentore, quello popolare, che non è passato inosservato e che al dubbio su lasciare il vecchio per il nuovo, potrebbe aver fatto pendere l’ago della bilancia sul primo. A tirare la volata a Gandi sembrerebbe anche essere la stessa Giunta, pressoché schierata a favore del compagno di cordata, oltre a molti dei consiglieri di maggioranza disposti a sostenerlo. E insieme ad una fetta di alleati.

Un desiderio di continuità che le voci di corridoi di Palazzo Frizzoni raccontano appartenere anche allo stesso primo cittadino che, il vice sindaco, l’ha scelto per ben due volte.

Tutti gli occhi sono puntati su Gori, chiamato a gran voce ad intestarsi la battaglia. Un messaggio urbi et orbi che potrebbe arrivare a breve, forse anche prima dei congressi di ottobre.

E se fosse, non sarebbe difficile cogliere la logica politica sottesa alla scelta: non solo il corso naturale delle cose, ma anche il consenso degli amministratori più stretti, oltre alla garanzia di accompagnare la città verso il compimento di una trasformazione massiccia, cominciata proprio due mandati fa, cambiamento del quale Gandi è stato testimone fin dalla prima ora.