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Il processo

Su Instagram le foto della fidanzatina 13enne nuda: condannato per diffamazione

Si erano conosciuti in una località di villeggiatura della Val Seriana. Lui, che all'epoca dei fatti (nel 2019) aveva 19 anni, è stato assolto dalle accuse di estorsione e stalking

Bergamo. Quando lei ha deciso di lasciarlo, lui per ripicca ha pubblicato su Instagram le sue foto nuda. Per questo motivo un 22enne giovedì pomeriggio è stato condannato a sei mesi per diffamazione.

Secondo quanto ricostruito nel corso dell’inchiesta del pubblico ministero Giampiero Golluccio, i due si erano conosciuti in una località della Val Seriana (che non sveliamo, così come i nomi dei protagonisti, per motivi di riservatezza) nell’estate del 2018. Lei 13 anni, in villeggiatura con i genitori, lui 18, residente in zona.

Dopo la vacanza lei riparte per il suo paese, fuori provincia, ma rimane in contatto con il ragazzo. Telefonate, messaggi, fino al gennaio del 2019 quando iniziano a frequentarsi.

Prima gli incontri in un hotel della località in cui vive la 13enne, poi direttamente nella casa in cui abita con i genitori. La relazione scorre con qualche sussulto, litigi adolescenziali, e lo scambio tra i due di foto in cui si immortalano nudi. Inoltre spesso si riprendono in video mentre fanno sesso.

Fino ad aprile, quando la coppia si reca in un bar a bere qualcosa. Entrambi un po’ alticci, raggiungono poi un un campo da calcio e qui, secondo la versione della giovane, il ragazzo avrebbe abusato di lei contro la sua volontà. Una tesi, però, messa in discussione anche dall’accusa stessa, con il pm che ha portato in aula messaggi che la smentiscono e ha chiesto l’assoluzione per questo capo.

Nonostante questo controverso episodio, la relazione va avanti. Fino al 3 agosto, quando la ragazza decide di chiuderla. Una scelta mal digerita da lui, che intorno alla sera entra nell’account Instagram dell’ormai ex, del quale possiede la password, e pubblica un paio di foto di lei nuda. Restano on line solo quattro minuti, poi vengono rimosse, ma tanto basta per provocare alla vittima uno stato d’ansia che, secondo la testimonianza della madre, si ripercuote sulla sua vita di tutti i giorni e pure sull’andamento scolastico.

Non solo, perché il ragazzo inizia a tempestarla di chiamate, anche 84 in un solo giorno, nella speranza di poterla convincere a tornare insieme.

La mamma, esasperata, presenta così denuncia e scatta l’indagine. Nel corso del processo il ragazzo si è sempre proclamato innocente e in riferimento alla sera del presento abuso ha spiegato che c’era stato solo un acceso litigio, con qualche spintone, perché lei l’aveva chiamato con il nome di un altro. Per le foto in Instagram invece, il suo avvocato Gianfranco Ceci ha replicato dicendo che potrebbe anche essere stata lei stessa a diffonderle, visto che già se le scambiava con un’amica, e che in ogni caso sono state rimosse dopo pochi istanti.

Una tesi, quest’ultima, non riconosciuta del giudice Donatella Nava, che l’ha condannato per diffamazione a 6 mesi con pena sospesa, al pagamento delle spese processuali e a un risarcimento di cinquemila euro, oltre a quello da quantificare in sede civile. L’imputato è stato invece assolto dalle accuse di violenza privata, estorsione e stalking per le insistenti telefonate.

L’accusa aveva chiesto un totale di 2 anni e un mese oltre che per la diffamazione anche per estorsione e stalking.

Il giudice ha inoltre disposto la trasmissione degli atti al tribunale per un fascicolo a carico del ragazzo con l’accusa di atti sessuali con minorenni, ma anche al tribunale dei minori per un fascicolo a carico della giovane per calunnia in merito alla violenza sessuale.

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