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Appunti & virgole

Atalanta, con forza e coraggio superato l’esame da grande

Non solo Lookman: squadra d'attacco e prestazione di qualità (pur con qualche errore). Nerazzurri a pieno titolo tra le big

Alla fine è sempre la solita storia: chi vede il bicchiere mezzo pieno e apprezza, al di là del risultato, chi lo vede mezzo vuoto e si lamenta per il punticino. Proviamo invece ad andare oltre e guardiamo la prestazione di un’Atalanta che gioca con personalità, qualità e forza sul campo di una big, dove finora non ha ancora vinto nessuno.

Era un esame da grande? Ampiamente superato. Anzi, il risultato non dice tutto, perché assieme alle doti che l’Atalanta ha messo in mostra sul campo della Juventus ci sta sicuramente anche il coraggio: quello dell’allenatore innanzitutto e da questo punto di vista Gasperini non si è mai tirato indietro ma ha sempre preferito gioco e gol, piuttosto che speculare sul risultato.

E allora ci voleva un po’ di coraggio a partire subito col tridente Boga-Hojlund-Lookman. Lo proponi per la prima volta contro la Salernitana e va bene, ne esce una valanga di gol. Fare il bis a Torino, contro la Juve, era un altro discorso, almeno per il calcio italiano del ‘primo non prenderle’ e così, presentandosi all’Allianz Stadium, contro una Juve ferita dal meno 15 e caricata a molla per spaccare il mondo, si poteva pensare che sarebbe già stato bello tornare imbattuti. Gasp non si è mai posto questo problema e ha tirato dritto per la sua strada, fedele alla sua idea di calcio secondo cui meglio fare sempre un gol in più dell’avversario, come ricordare che la miglior difesa è l’attacco. Anche se la situazione ambientale è piuttosto delicata. Quindi in campo il tridente più offensivo e Atalanta subito in vantaggio. Poi raggiunta, superata e di nuovo, in appena otto minuti dopo l’intervallo, ribalta la partita, fino a subire il pareggio su punizione anche per una grossa ingenuità della barriera.

Il coraggio, indubbiamente, Gasperini ha saputo trasmetterlo alla sua squadra, subito in campo aggressiva, col piglio della grande e anche in gol in quei primi minuti che sono stati spesso il tallone d’Achille dei nerazzurri.

Bravo, bravissimo Lookman che merita l’applauso per il migliore in campo, con due gol e un assist. Ma l’Atalanta che spaventa la Vecchia Signora non è solo Lookman: c’è un Maehle che, riportato sulla corsia di sinistra dopo le prove in mediana, sembra il motorino imprendibile che ha fatto spesso felice la sua nazionale, la Danimarca. E non solo per la rete, con cui va ad aggiungersi alla cooperativa del gol del Gasp. C’è un De Roon che fuori dal campo si esprime molto bene sui social, sa sempre trovare parole e situazioni originali e così alla vigilia della sfida ricorda: “In Italia la cosa più bella che c’è è vincere con la Juventus”. Lo pensano in tanti, non solo i tifosi. Marten dalle parole passa ai fatti, in campo da vero combattente che non si arrende mai, da quel giocatore che Gasperini considera insostituibile.

Bene ancora Boga, stavolta più appariscente che concreto per riuscire a incidere sulla partita. Loro, il solito Scalvini, Hojlund che prende più botte del solito, sono i più brillanti in questa Atalanta spavalda, però sarebbe ingiusto non considerare il contributo di tutti gli altri. Perché se la Dea riesce a stare sempre sul pezzo e a provare fino all’ultimo a vincere lo deve a una condizione generale ottima e a una qualità tecnica da squadra che merita di tornare nell’élite europea. Capita anche qualche errore, però…nessuno è perfetto.

In conclusione: il segnale che arriva da Torino è molto positivo. Partita bella, divertente, anche da batticuore perché ogni azione poteva trasformarsi in situazione da gol. Ha un po’ ricordato lo spettacolare 3-3 del 2000 a San Siro contro il Milan, perché su certi palcoscenici e allora alla Scala del calcio, se vuoi competere devi essere all’altezza di chi ti affronta. L’Atalanta che alla ripartenza aveva giocato solo due secondi tempi (Spezia e Bologna) è cresciuta, fa gol con bella frequenza ed è di nuovo lì, presente a giocarsi le prime posizioni. E’ finita l’andata e il bello deve ancora venire…

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