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Qualità della vita

Le province dove si vive meglio, balzo in avanti di Bergamo: è al 14esimo posto

Lo dice la storica indagine annuale del Sole 24 Ore: il Covid è un lontano ricordo, la Bergamasca si conferma provincia vivace dal punto di vista economico e con margini di miglioramento sul piano ambientale e culturale

Bergamo. Un nuovo balzo in avanti, questa volta di 25 posizioni, consente a Bergamo di posizionarsi al quattordicesimo posto in Italia tra le province dove la qualità della vita è più alta: è il risultato della 33esima edizione della storica indagine condotta annualmente dal Sole 24 Ore che tramite una miriade di indicatori e dati territoriali traccia la mappa del benessere lungo la Penisola.

Sui risultati di Bergamo aveva pesato, e parecchio, la classifica del 2020, quando il Covid l’aveva fatta scivolare addirittura fuori dalla top50: già lo scorso anno era partita la rimonta, con il 39esimo posto (+13 posizioni), oggi certificata con l’ultima pubblicazione ad opera del quotidiano economico.

L’indagine 2022 premia Bologna, seguita sul podio da Bolzano e Firenze, e dà ampio spazio alle ricadute sul territorio dei grandi shock 2022: guerra in Ucraina, caro-energia, inflazione.

I 90 indicatori statistici alla base dell’indagine, di cui 40 aggiornati al 2022, presentano una serie di novità: due indicatori sull’inflazione; un pacchetto di indicatori su energia da fonti rinnovabili/riqualificazioni energetiche/consumi energetici; l’indice della partecipazione elettorale alle ultime elezioni politiche di settembre 2022; nove indici sintetici inclusi nell’indagine che aggregano più parametri (Qualità della vita di giovani, bambini e anziani, Qualità della vita delle donne, Ecosistema urbano, Indice della criminalità, Indice di sportività, Indice del clima, IcityRank sulle città digitali).

Si confermano alcuni indicatori storici dell’indagine: valore aggiunto pro capite; prezzi delle case e incidenza dei canoni di locazione sul reddito medio dichiarato; imprenditoria giovanile; giovani Neet; ore di Cig ordinaria; infortuni sul lavoro; indice della qualità dell’aria; tasso di motorizzazione; indice di litigiosità nei tribunali; mortalità da incidenti stradali; numero di bar, ristoranti, librerie e palestre; agriturismi;  indice di lettura; verde urbano; banda larga ultraveloce; amministratori comunali under 40.

Analizzando alcuni risultati a livello regionale, l’Emilia-Romagna mostra un buon posizionamento: accanto al primato di Bologna la classifica vede Parma al 9° posto e Reggio Emilia al 13°.

Le provincie del Trentino Alto Adige restano salde nella top ten, con Bolzano al secondo e Trento al quinto posto.

In Toscana sono tre le province presenti in cima alla classifica: oltre a Firenze, le new entry Siena, che arriva al 4° posto (+11 posizioni), e Pisa (+12 posizioni) al decimo posto.

Tra le città metropolitane, Milano – che nel 2021 era in seconda posizione – resta nella top ten ma scende all’ottavo posto, mentre Roma scivola al 31° (-18 posizioni); Cagliari sale di due posizioni (18° posto), Genova è al 27° posto (perde solo una posizione), Torino al 40° (-12 posizioni). Sul fondo Napoli (98° posto, in discesa di otto posizioni) e Palermo (88° posto, + 7 posizioni).

Per quanto riguarda i sei ambiti in cui sono suddivisi i 90 indicatori, il podio vede in cima per “Ricchezza e Consumi” Belluno, Bologna e Bolzano; per “Affari e Lavoro” Milano, Trieste e Roma; per “Demografia, Salute e Società” Bologna, Modena e Roma; per “Ambiente e Servizi” Pisa, Siena e Aosta; per “Giustizia e Sicurezza” Oristano, Pordenone e Sondrio; per “Cultura e Tempo Libero” Firenze, Trieste e Gorizia.

Questo 33esimo appuntamento della classifica vede anche la nuova edizione dell’Indice della Qualità della vita delle donne, che sintetizza 12 parametri. Ad offrire maggior benessere alle donne è la provincia di Monza e Brianza, seguita da Treviso (vincitrice della prima edizione, nel 2021) e Cagliari.

A dare slancio alla provincia lombarda sono, in particolare, i dati relativi all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro: Monza e Brianza registra il gap occupazione di genere più basso in Italia (pari al 7,1% contro una media nazionale del 19,4%), uno dei tassi di occupazione femminile più alti del Paese (69%) e il record di giornate retribuite a dipendenti donne (il 75,3% del massimo teorico). Inoltre, è terza dietro a Cagliari e Trento per speranza di vita delle donne con 86,1 anni (circa quattro anni in più rispetto a Siracusa, ultima in questo indicatore).

I risultati di Bergamo

Forte della sua 14esima posizione complessiva, Bergamo è la terza provincia lombarda in classifica dopo la già citata Milano (8^) e Cremona (11^).

Nell’ambito “Ricchezza e Consumi” la nostra provincia chiude all’11esimo posto, complessivamente il migliore tra i 6 macro-indicatori: in questa categoria colleziona un primo posto in “Inflazione prodotti alimentari e bevande non alcoliche” (al 10% contro una media nazionale del 13,8) e un secondo in “Pagamenti delle fatture oltre i 30 giorni” (solo il 4%, contro una media nazionale del 10,1).

Ventisettesimo posto per l’ambito “Affari e Lavoro”, l’unico che risulta in negativo rispetto all’ultima rilevazione (-6 posizioni): i risultati più incoraggianti in questo caso arrivano dall’analisi della vivacità del tessuto produttivo, che registra un 29esimo posto in “Startup innovative” (8 ogni mille società di capitale, media nazionale di 6,7), il 18esimo posto tra le “Imprese che fanno ecommerce” (l’1% delle imprese registrate, media 0,5) e il 23esimo per “Nuove iscrizioni” (6 ogni 100 imprese registrate, media 5,1).

Conferma al 22esimo posto per l’ambito “Giustizia e sicurezza”, temi sempre in cima alle attenzioni dei cittadini. Gli indicatori migliori sono quelli di “Indice di litigiosità”, al 13esimo posto nazionale con 730,2 cause civili iscritti ogni 100mila abitanti (media nazionale a 1.056,5), e di “Durata media delle cause civili”, al 18esimo posto con una media di 321 giorni (561,9 il dato italiano). Meno esaltanti, invece, i dati relativi alle “Rapine in pubblica via”, con 11 denunce ogni centomila abitanti che valgono il 74esimo posto (su 107), ai “Furti con strappo”, con 17 denunce ogni centomila abitanti e 78esimo posto, i “Furti in abitazione”, con 206,9 denunce ogni centomila abitanti (66esimo posto) e i “Delitti informatici”, addirittura all’81esimo posto con 42,4 denunce ogni centomila abitanti.

In ambito “Demografia e Società” balza subito all’occhio il dato relativo al Covid, che tanto aveva penalizzato Bergamo nell’indagine 2020: oggi è al primo posto in Italia per casi ogni mille abitanti, pari a 172,8 contro una media nazionale di 260,4. Tredicesimo posto per “Speranza di vita alla nascita” (83,4 anni, altro dato in ripresa dopo il dramma della pandemia) e 24esimo per la “Qualità della vita delle donne”. Non possono soddisfare i dati relativi alla sanità: 91esimo posto per “Medici di medicina generale”, con un solo professionista attivo ogni mille abitanti, e 92esimo per “Medici specialisti”, 22,5 ogni diecimila abitanti. Anche a livello di istruzione il piatto piange: solo il 21,8% dei giovani tra i 25 e i 39 anni risulta laureato (80esimo posto) mentre il 55,2% tra i 25 e i 64 anni ha almeno il diploma (82esimo posto).

Il dato peggiore è però quello relativo alla “Densità abitativa”: 400 residenti per chilometro quadrato, 96esimo posto in Italia. Che fa ancora più paura se sommato all’indicatore peggiore dell’ambito “Ambiente e Servizi”, vale a dire quello relativo alla qualità dell’aria nel capoluogo che vede Bergamo al penultimo posto, e a un poco rassicurante 84esimo posto riguardo “Indice del clima”.

Va decisamente meglio il terzo posto nell’iCityRank, l’indice delle città più smart e negli indicatori di sostenibilità: 22esimo posto per “Tasso di motorizzazione”, con 61 auto in circolazione ogni 100.000 abitanti, 26esimo per “Piste ciclabili” e 24esimo per “Illuminazione pubblica sostenibile”. Meglio della media nazionale anche sull’attenzione a bambini, giovani e anziani.

Faranno piacere, con l’anno della Capitale della Cultura ormai dietro l’angolo, le 25 posizioni guadagnate complessivamente nell’ambito “Cultura e Tempo libero”, con il 27esimo posto finale, anche se stando ai risultati parziali dei singoli indicatori molto si può ancora fare.

Ad esempio nell'”Offerta culturale”, oggi al 30esimo posto in Italia con 31,4 spettacoli ogni mille abitanti; o ancora nei risultati relativi alla Banda larga che vede Bergamo al 36esimo posto per percentuale di famiglie raggiunte (72%) e al 56esimo per penetrazione della banda (4% le famiglie con accessi broadband Ftth).

Bene la partecipazione alla vita politica, con un terzo posto proprio in “Partecipazione elettorale” e un 14esimo per “Amministratori comunali con meno di 40 anni”, e gli indicatori sportivi (quinta per “Indice di sportività” e nona per “Indice Sport e bambini”.

Per i dettagli, qui trovate tutti i risultati di Bergamo. 

 

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