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Il focus

Tra transizione e sicurezza energetica: anche il settore delle valvole punta sull’idrogeno

Il settore delle valvole industriali si è dato appuntamento al Kilometro Rosso per il Valve Industry Think Tank: un momento di confronto per discutere i temi più strategici e attuali

Un momento di confronto tra i principali attori della filiera legata alle valvole industriali per discutere i temi più strategici e attuali nell’ambito della transizione energetica e non solo: questo, in estrema sintesi, il succo della quarta edizione di Valve Industry Think Tank, atteso appuntamento promosso da IVS – Industrial Valve Summit, la più importante manifestazione internazionale in Italia dedicata alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control, in collaborazione con VALVECampus, l’associazione che riunisce i produttori italiani di valvole industriali.

A catalizzare l’attenzione al Kilometro Rosso Innovation District di Bergamo, che ha ospitato l’evento, è stato innanzitutto il rapporto tra la transizione e la sicurezza energetica, all’ordine del giorno nelle agende delle aziende del comparto: “Sono le due tematiche principali che vediamo all’orizzonte verso il 2024, anno della prossima edizione di IVS – spiega Francesco Apuzzo, segretario e cofondatore di Valve Campus – Tutti i fari al momento sono accesi sull’idrogeno, una direzione verso cui si sta spingendo molto in Europa anche a livello di incentivi. Come produttori di valvole siamo interessati ad allargare la nostra gamma di prodotti, per farci trovare pronti quando l’idrogeno avrà percentuali significative di sostituzione dei vettori energetici classici. La transizione ci pone però anche il tema della sicurezza energetica, intesa come garanzia dell’approvvigionamento: la guerra ha cambiato le carte in tavola, ha fatto venir meno un fornitore e ci ha costretto a cercarne altri, verificando che i gasdotti alternativi fossero sufficienti a servire l’Europa. Un tema che fino a qualche mese non esisteva”.

Uno stravolgimento che ha portato a rinegoziare i rapporti di fornitura e a differenziare le fonti, ma anche a far ripartire, in parallelo a quelli sulle rinnovabili, gli investimenti nell’Oil&Gas: anche su questo aspetto il Think Tank ha dato una fotografia fedele dello stato dell’arte del mercato energetico, esaminando anche tutte le prospettive e le strategie del settore nel breve e medio periodo.

Un’inversione di rotta che ha creato nuove opportunità di business, insieme a quelle prodotte dal processo di decarbonizzazione, perchè le valvole trovano interessanti applicazioni nelle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, ma anche nei già citati processi di approvvigionamento e distribuzione dell’idrogeno che oggi però solo nell’1% dei casi è prodotto con processi low carbon o con fonti rinnovabili.

L’obiettivo, invece, è quello di arrivare a produrre la totalità dell’idrogeno con fonti green e la volontà, anche politica, è chiara: in Italia all’interno del Pnrr sono ben 3,6 i miliardi destinati allo sviluppo in questa direzione.

Tra chi contribuisce alla produzione di idrogeno verde c’è la H2 Energy, azienda lombarda specializzata in elettrolizzatori, dispositivi elettrochimici che consentono di rompere le molecole dell’acqua, separando l’idrogeno dall’ossigeno: “L’idrogeno è uno dei vettori energetici più flessibili e interessanti per contribuire alla decarbonizzazione, perchè non produce CO2 nei punti di utilizzo – osserva Paolo Carrera, Chief Commercial Officer di H2 Energy – Lo si può ricavare anche da acque reflue e quindi senza bisogno di sottrarla agli usi potabili o irrigui. L’idrogeno ha una flessibilità notevole, perchè può essere miscelato col metano, bruciato, usato puro: è uno dei pochissimi vettori a poter contare su queste caratteristiche. Non sarà l’unico elemento che ci porterà alla transizione energetica ma sarà uno degli elementi cardine. Per chi produce valvole l’idrogeno è sicuramente interessante, perchè rappresenta la nicchia più contigua al settore Oil&Gas”.

La sfida, già attuale, è quella di valutare l’effettiva possibilità di riutilizzare le infrastrutture esistenti anche per l’idrogeno, in blend al gas naturale, parallelamente alle attività di ricerca e sviluppo per trovare invece i materiali più adatti, efficienti e sicuri per le reti di distribuzione che saranno create da zero: un contesto dal quale emerge un potenziale incremento verticale della domanda di valvole.

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